martedì 24 settembre 2013

D’AMBRA, LA QUALITÀ AL PRIMO POSTO

La tradizione vinicola sulla nostra isola affonda le proprie radici in periodi storici davvero risalenti. Nel corso del tempo ci sono state persone, o addirittura intere famiglie, che hanno dedicato e continuano a impiegare il proprio tempo e tanta fatica per portare avanti un progetto che consenta loro di creare prodotti di alta qualità. È proprio questo il caso della Casa Vinicola D’Ambra, che nasce nel 1888 per volere di Francesco, meglio conosciuto come “Don Ciccio”. Nato in una famiglia di viticoltori locali, ancorché giovanissimo, si dedicò con zelo al commercio del vino isolano, che nel corso degli anni, grazie alla lungimiranza dei suoi discendenti (Mario, Michele e Salvatore), avrebbe conquistato anche il Continente. Gli anni passano, ma resta comunque un’ingente tradizione da preservare. Dopo la morte di Mario, le redini dell’azienda passano ai suoi tre nipoti: Riccardo, Corrado e Andrea. Ed è proprio quest’ultimo che nel 2000 rileva la proprietà dell’azienda. Curiosi di conoscere da vicino i protagonisti di questa avvincente avventura che attraversa oltre un secolo di storia, abbiamo incontrato le figlie dell’enologo Andrea, Sara e Marina, che con grande disponibilità hanno deciso di rispondere alle domande del nostro settimanale.

Oggi (lunedì 16 settembre per chi legge) inizia la vendemmia: che cosa vi attendete da questa annata?
«Lo scorso anno, fino alla fine di ottobre, il clima è stato molto torrido. Le uve hanno sofferto molto le alte temperature e l’annata ha registrato un deciso calo. Discorso a  parte va fatto per i Frassitelli, che essendo una zona di montagna, hanno dato delle ottime uve poiché le piante non hanno risentito del caldo. Riteniamo che quest’anno sia la qualità che la quantità delle uve possano di gran lunga aumentare».

Ci spiegate, in sintesi, secondo quali modalità si svolgerà il lavoro?
«L’uva viene tagliata manualmente, anche perché è impossibile con le nostre pendenze imporre una vendemmiatrice meccanica. Successivamente c’è l’arrivo immediato in cantina e questo per preservarne l’integrità. Per quanto riguarda i bianchi si passa ad una fase di pigiatura, seguita da una pressatura che deve essere lieve soprattutto per i vini di qualità. In seguito alla suddivisione del mosto c’è la fermentazione, preceduta da una fase di chiarifica. Si porta il mosto a basse temperature per 5-6 giorni, affinché tutta la feccia si depositi sul fondo. Questo processo ci consente di prelevare soltanto il mosto e porlo in fermentazione in botti di acciaio inox. Il vino viene poi stabilizzato attraverso una serie di travasi, che gli consentono di essere imbottigliato verso febbraio-marzo».

Come è possibile mantenere degli standard qualitativi elevati in un mercato sempre più competitivo?
«La qualità parte dall’attenzione che viene data alla vigna. Sta poi all’enologo, ”l’ ostetrico del vino”, tirar fuori il meglio dal prodotto. All’estero, più che in Italia, c’è maggiore cura per alcuni valori che sono presenti nel vino, come la solforosa che viene utilizzata in cantina».

Tradizione e tecnologia possono conciliarsi? Se si, in quale misura?
«La tecnologia, se sei bravo a sfruttarla, può aiutarti molto. Quest’anno ci siamo dotati di un refrigeratore, che consente di monitorare meglio il lavoro e, di conseguenza, di produrre un vino migliore. Se non se ne abusa, la tecnologia tutela la tradizione più che alterarla».

Immagino che sostenere economicamente una realtà come la vostra non sia affatto semplice.
«La crisi nel settore vinicolo si avverte, ma siamo riusciti a compensare questo disagio con le vendite all’estero, che negli ultimi anni si sono intensificate».

Qual è il prodotto che vi sta dando maggiori soddisfazioni?
« Biancolella, Frassitelli, e Per e’ Palummo a pari merito».

Vostro padre ha più volte affermato che oggi «bisogna investire nelle tradizioni locali, puntando ad un turismo di qualità».
«Il prodotto d’eccellenza richiama, di conseguenza, il turista di qualità, merce purtroppo sempre più rara negli ultimi tempi». (fra.cas.)

giovedì 12 settembre 2013

POST LAUREAM

Quello della disoccupazione, negli ultimi anni, rappresenta uno dei temi più dibattuti dall’opinione pubblica. La crisi economica che ha coinvolto l’Europa ha determinato una grave fase involutiva dalla quale i paesi del Vecchio Continente starebbero pian piano uscendo. Il punto cruciale di questa complessa materia riguarda l’occupazione giovanile. In particolar modo di coloro che, dopo aver conseguito il titolo universitario, hanno non poche difficoltà nel trovare un lavoro coerente col percorso di studi affrontato. Molti ragazzi, temendo per il futuro e non intravedendo alcuna possibilità d’essere inseriti nel settore di propria competenza, decidono di lasciare il Bel paese nel tentativo di trovare maggiore fortuna all’estero. La “fuga dei cervelli” è la diretta conseguenza di un clima di profonda indifferenza nei confronti dei neo-laureati, le cui mortificate potenzialità vengono invece esaltate nei centri di ricerca europei e d’oltreoceano, che fondano sul merito la propria scala di valutazione. I più capaci andranno avanti a studiare, per poi raggiungere risultati ragguardevoli in ogni settore.  Negli ultimi anni, a causa della parabola discendente assunta dalle riforme della scuola pubblica, numerosi sono stati i tagli – spesso indiscriminati e orizzontali – effettuati ai danni delle Università e del comparto scuola pubblica da parte di taluni esecutivi, che hanno ritenuto dover umiliare il comparto scuola per far respirare il paese. A questo punto bisognerebbe chiedersi se sia lecito definire libero e democratico uno Stato che limita, di fatto, se stesso sotto la spinta delle nuove generazioni. Nell’attesa che le nostre istituzioni possano ravvedersi e decidere di investire maggiori risorse nella cultura della vita piuttosto che in quella della morte (è quantomeno paradossale che lo Stato italiano sperperi del denaro pubblico per acquistare gli F-35 e che poi non sia in grado di sovvenzionare il lavoro dei ricercatori) passiamo ora ad una più attenta analisi dei dati relativi all’occupazione giovanile nel nostro paese. Riferendoci a quanto riportato dal quotidiano economico “Il Sole 24 ORE”, possiamo affermare con buona approssimazione che il 41,5% dei laureati di primo livello decide di affrontare la specialistica e che, inoltre, parte di essi (29,4%), ad un anno dal conseguimento della laurea, risulta già inserito nel mondo del lavoro, percependo una media di 955 euro al mese. Il trend migliora notevolmente quando si analizzano i dati riguardanti i laureati specialistici: il 56,8%, dopo circa un anno, guadagna in media 1088 euro mensili. Nel giro di tre anni, inoltre, non soltanto si registrano degli incrementi occupazionali (74,1%), ma addirittura il contenuto della busta paga lievita cospicuamente (lo stipendio si aggira in media attorno ai 1261 euro al mese). Qualche difficoltà iniziale potrebbero incontrare i laureati in giurisprudenza e medicina, che una volta conseguito il titolo accademico dovranno prima vedersela con le attività di formazione post lauream. Francesco Castaldi

lunedì 9 settembre 2013

A SCUOLA DI PRECARIATO

Tra poco meno di due settimane il suono della campanella sancirà l’inizio del nuovo anno scolastico. Un anno che, già prima di cominciare, presenta una serie di problemi che gli impediscono di decollare. Com’è ben noto, il settore scuola pubblica nel nostro paese è tra i meno valorizzati in assoluto, se escludiamo per un attimo l’impellente crisi del sistema sanitario. E poco importa che lo scorso 26 agosto il Consiglio dei Ministri presieduto da Enrico Letta abbia approvato il cosiddetto decreto “Salva Precari”: non sarà certamente un semplice «riordino dei contratti a termine del settore pubblico» a risolvere le spinose problematiche relative all’impiego nel mondo della scuola. Questa “riserva di concorso”, di cui tanto si parla negli ultimi giorni, garantirebbe a 50.000 precari “virtuosi” che risulteranno idonei di accedervi mediante bandi e concorsi pubblici. E intanto cresce di ora in ora l’esasperazione degli oltre 150.000 precari che, stufi delle proprie mediocri condizioni lavorative, già negli scorsi giorni hanno deciso di scendere in piazza per tutelare i propri diritti e gridare il proprio amaro dissenso. Volendoci riferire agli ultimi dati raccolti, circa il 20% del personale didattico (docenti, collaboratori e  tecnici) risulta impelagato nella procellosa tormenta del precariato. Il ministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, per far fronte alla sempre più deleteria ed intollerabile questione relativa all’occupazione nel comparto scuola, ha annunciato che nel prossimo triennio ci saranno 44.000 nuove assunzioni “di ruolo”. A guidare con maggior vigore e determinazione la protesta contro i tagli orizzontali promossi dagli ultimi esecutivi che hanno amministrato il Belpaese sono i docenti del coordinamento romagnolo che, in un eloquente comunicato stampa diffuso nelle scorse ore, fanno sapere che se lo Stato dovesse decidere di non perseguire le istanze volte ad un sostanziale rinnovamento del settore scuola, saranno costretti ad attuare «una politica di non collaborazione: non compiremo, cioè, tutte quelle attività non previste dal contratto nazionale […] come il ricevimento settimanale con i genitori, la sostituzione dei colleghi assenti, il coordinamento di classe o le uscite didattiche. Lo Stato ci usa come cavie, come banco di prova per togliere diritti ai lavoratori. Ma se ora non ci restituisce i nostri – si legge nella nota – metteremo di fingere di averli. Cominceremo con la manifestazione del 4 e poi vedremo. Noi abbiamo scelto questo mestiere e continueremo con ogni mezzo lecito a nostra disposizione, a difenderlo». Nella Capitale, intanto, aumentano i fermenti, con gli insegnanti del Coordinamento Precari Scuola di Roma che il prossimo 4 settembre, alle ore 15.00, attuerà un presidio in via Panciani «[…] dobbiamo dimostrare con la nostra presenza e la nostra determinazione nelle lotte che ogni anno lo Stato stipula con noi precari più di 100.000 contratti a tempo determinato e che, quindi, noi siamo essenziali alla scuola, che senza di noi le scuole non funzionano […]. Se non vogliamo essere prima oscurati e poi usati e gettati da uno Stato che dimostra di non avere alcun interesse né per la nostra dignità né per il nostro lavoro, né tantomeno per le sorti dell’istruzione pubblica, dobbiamo farci sentire con forza […]». In Campania il “quadro clinico” della scuola pubblica italiana si fa sempre più preoccupante: al dilagante fenomeno dell’assenteismo scolastico, infatti, si accompagna anche quello relativo all’edilizia scolastica, sempre più carente anche nel resto del Mezzogiorno. Si preannuncia un autunno caldissimo, con manifestazioni e sit-in che stimoleranno anche quest’anno “l’inizio delle ostilità” tra studenti, docenti e collaboratori scolastici da un lato e Governo dall’altro, sperando che qualcosa possa finalmente cambiare. E mai come in questi casi vale la frase, divenuta quasi proverbiale, che Aiello Raffaele, il disincantato ragazzino protagonista del best seller di Marcello D’Orta, scrive alla fine del suo tema: «Io speriamo che me la cavo». Francesco Castaldi

mercoledì 4 settembre 2013

UN SANTO TRA GLI UMILI

«Le doglie colgono donna Laura Gargiulo il 15 agosto 1654, mentre sta passeggiando nel borgo di Ischia, ad una certa distanza dal signorile e fortificato palazzo in cui abita. Così Carlo Gaetano, il suo terzo figlio, viene alla luce nella modesta stanzetta di una donna del popolo che generosamente e prontamente accoglie la partoriente. Quasi un segno che, quel bambino, non è destinato ad abitare a lungo nel palazzo dei Calosirto, una delle famiglie più in vista a facoltose di Ischia». Così l’agiografo piemontese Gianpiero Pettiti racconta la nascita di san Giovan Giovan Giuseppe della Croce, al secolo Carlo Gaetano Calosirto. Un personaggio che, nonostante i secoli, continua a stupire cattolici e non credenti per i suoi gesti e, soprattutto, per la profonda devozione dimostrata in vita. Fin da piccolo Carlo Gaetano conobbe la severità degli insegnamenti del padre Giuseppe e, in seguito, i rigidi precetti morali dei padri agostiniani, ai quali la famiglia affidò la prima educazione del ragazzo. All’età di 15 anni, forte della sua precoce ma intensa vocazione, lasciò gli sfarzi e le agiatezze per dedicarsi completamente alla vita monastica. Decise così di aderire all’ordine dei Francescani scalzi, fondato dal predicatore spagnolo Pietro d'Alcántara. Si trasferì dunque presso il convento di Santa Lucia al Monte a Napoli dove, alla veneranda età di ottant’anni, si sarebbe spento il 5 marzo 1734. Divenuto sacerdote il 18 settembre 1677, dedicò la sua intera esistenza non soltanto alla meditazione, ma anche ai tanti bisognosi che erano costretti a vivere in condizioni miserabili. Sempre il Pettiti ci descrive la fervida passione che albergava nel cuore e nella mente di Fra Giovan Giuseppe «la preghiera (…) e la meditazione (…) non riescono ad estraniarlo dal mondo, ma gli donano una sensibilità maggiore per scoprire, soprattutto fra le pieghe della sua Napoli, le mille contraddizioni e le tante miserie, nelle quali egli si muove perennemente scalzo, anche e ben al di là della sua Regola (…). Tanto che una volta si ammala, così gravemente da temere per la sua vita; appena guarito, eccolo nuovamente per strada, instancabile tra un malato da curare ed un moribondo da assistere. Perché Padre Giovan Giuseppe, non aspetta che i poveri arrivino a lui, preferisce andarseli a cercare direttamente nei tuguri e nelle soffitte». Il sacerdote ischitano fu anche artefice della riunificazione tra gli alcantarini italiani e quelli spagnoli, avvenuta con un decreto pontificio datato 22 giugno 1722, dopo quasi venti anni di attriti che minarono alla base la stabilità del Movimento Francescano. Nel frattempo la figura di Giovan Giuseppe divenne sempre più autorevole, tanto che l’allora arcivescovo di Napoli, cardinal Francesco Pignatelli, affidò all’umile frate francescano circa settanta conventi partenopei. Pare che in vita il presbitero abbia esercitato vari carismi, tra i quali il dono della profezia, quello dell’ubiquità, la lievitazione e che abbia, inoltre, avuto visioni mariane e del Salvatore. Il frate isolano, per le molteplici virtù esercitate in vita, fu proclamato Beato in San Pietro il 24 maggio 1789 da Papa Pio VI. Successivamente, il 26 maggio 1839, Gregorio XVI decise di canonizzare Giovan Giuseppe, che assurse finalmente agli onori degli altari celesti.

FOCUS: TORNANO SULL'ISOLA LE SPOGLIE DI SAN GIOVAN GIUSEPPE
30 settembre 2003: una data che i fedeli ischitani non dimenticheranno facilmente. A 269 anni dalla morte del Santo patrono, tornarono finalmente ad Ischia le spoglie di San Giovan Giuseppe della Croce. Un evento atteso da anni e che si realizzò concretamente grazie all'interessamento del vescovo di Ischia, il compianto Mons. Filippo Strofaldi. Le reliquie del santo, da quel giorno, riposano nella chiesa del convento di S.Antonio nel borgo di Ischia Ponte. Quel giorno la cerimonia, officiata nel tardo pomeriggio alla presenza di autorità politiche e religiose, si svolse presso il piazzale Aragonese, letteralmente gremito da un nutrito stuolo di fedeli che, successivamente, accompagnarono Strofaldi e i resti mortali di San Giovan Giuseppe verso la chiesa di S. Antonio.

PROCESSIONE

Benché il calendario ecclesiastico ricordi il santo il 5 marzo, i festeggiamenti per i patrocinio si svolgono a partire dalla prima domenica di settembre. Per ben quattro giorni le stradine del delizioso borgo d’Ischia Ponte si animano di luci e colori, mentre la cattedrale viene adornata a festa. Le reliquie del santo vengono portate in processione per le strade cittadine e per mare dove l’imbarcazione che le contiene è seguita da un corteo di pescherecci. I festeggiamenti si concludono tradizionalmente con uno spettacolo di fuochi pirotecnici, che suggella mirabilmente i solenni festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce. (Francesco Castaldi)

domenica 25 agosto 2013

FUGA DA ISCHIA

Nel corso degli ultimi giorni la nostra isola è purtroppo assurta ai “disonori” della cronaca a causa della vicenda relativa al magnate russo Roman Abramovich, al quale sarebbe stata notificata una contravvenzione di ben 40.000 euro per non aver rispettato i vincoli ambientali imposti dall’Area Marina Protetta. La dura ammenda avrebbe condotto il patron del Chelsea, insieme ad altri 50 miliardari, a virare la prua verso altre località turistiche del Mediterraneo. La notizia, ahinoi, è stata riportata non solo dalla stampa locale ma anche da quella nazionale. Una pubblicità davvero negativa per la nostra isola, già profondamente minata, negli ultimi tempi, dalle inevitabili conseguenze delle recessione economica che ha investito il Vecchio Continente. Sull’argomento è intervenuto anche il noto stilista italiano di origini ischitane Rocco Barocco, che sulle colonne del quotidiano “Il Golfo” dichiara «Quel che è certo è che gente come Abramovich a Capri svuota i negozi. Basta saper concedere loro le giuste attenzioni. Ma saper fare turismo è una cosa che bisogna avere nel sangue». Considerazioni durissime sulla vicenda sono state esposte anche dal responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli, che in un comunicato stampa diffuso nella giornata di sabato spara a zero su Riccardo Strada «Non si fa nulla tutto l’ anno per preservare l’ ecosistema marino ma ci si esalta nel cacciare qualche miliardario come il russo Abramovich. L’ attuale gestione non ha realizzato un campo boe, ha attivato il servizio a mare solo dal 12 agosto, ha autorizzato in passato addirittura l’ allevamento e la mattanza di tonni rossi a Procida (…). Non è cacciando qualche yacht che l’ ecosistema marino del Regno di Nettuno sarà salvaguardato. Noi riteniamo che il Ministro Orlando debba azzerare gli attuali vertici e riorganizzare quest’ area marina protetta prima che i danni sia al territorio che al turismo siano incalcolabili».  Non è mancata, ovviamente, la replica di Strada, che in una nota afferma «(…) Comprendo che una persona impegnata come lui (…) possa non avere mai trovato il tempo di informarsi su cosa sia un’area marina protetta e soprattutto come funzioni. Peraltro credo che dato il suo ormai lontano passato di assessore all’agricoltura ed alla protezione civile della provincia di Napoli dovrebbe sapere che la sorveglianza dell’Area Marina Protetta è affidata alle Capitanerie di Porto. (…) Francesco Borrelli afferma nel suo comunicato che “del finto personale dell’ area (…) sta truffando i diportisti girando con imbarcazioni che addirittura espongono i loghi dell’ Area Marina Protetta (…)”. Non ci risulta che ci sia stato un accanimento contro Abramovich o contro qualche povero ed indifeso miliardario, dato che le multe di cui si parla per decine di migliaia di euro non sono mai state comminate dalla guardia costiera o da organi di controllo istituzionali. Abbiamo invece notizia di una sanzione per 335,16 euro comminata ad un povero miliardario, prima del giorno 12  perché ancorava in zona non permessa». Una querelle, quella sorta tra Strada e Borrelli che, in tutta onestà, ci appare quantomeno sterile. Il direttore regionale dei Verdi dovrebbe comprendere che, se per l’AMP sono state imposte delle regole, esse vanno rispettate e basta. È vero anche ciò che asserisce Rocco Barocco, ossia che i miliardari russi sono in grado si svuotare un negozio in meno di un ora, e questo con indubbi benefici per le nostre attività commerciali. Tuttavia in questa sede non ci preme tanto discorrere della prodigalità dei russi, quanto della palese inciviltà che essi sovente esprimono. Non vale affatto il celebre motto “il cliente ha sempre ragione”, poiché spesso la maleducazione e la tracotanza di questi moderni parvenu supera davvero i limiti della comune decenza. E poco importa che il turista di turno si chiami Roman Abramovich. Gli imprenditori locali dovrebbero comprendere che Ischia ha bisogno di un turismo di qualità, stigmatizzando quei personaggi che, avendo le tasche piene, spesso si arrogano il diritto di trasgredire semplici norme di convivenza civile. Francesco Castaldi




domenica 11 agosto 2013

sabato 10 agosto 2013

FORIO, NEL RICORDO DI GIOVANNI MALTESE


L’Amministrazione Comunale di Forio incontra la stampa martedì 13 agosto alle ore 11,30 presso le Antiche Terme Castaldi (in piazza S. Lucia - località Monterone a Forio) per illustrare il programma di iniziative culturali e artistiche in occasione del centenario della morte dello scultore, ritrattista e poeta foriano Giovanni Maltese (1852-1913).

PEPPE BARRA IN CONCERTO

ISCHIA – Peppe Barra, il celebre e multiforme attore e cantante napoletano, che nel 1967 fondò insieme a Roberto De Simone la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ha deciso di ritornare ad Ischia. Il virtuoso artista partenopeo, interprete indimenticabile insieme alla madre Concetta di alcune tra le più vivide opere della grande tradizione teatrale napoletana, omaggerà la nostra isola con un evento che non bisogna assolutamente declinare. Mercoledì 21 agosto, infatti, presso il Palazzo Reale di Ischia, Peppe e la sua band si esibiranno in una serata dedicata alla musica declinata secondo la spumeggiante vitalità tipica del vernacolo partenopeo. Sono trascorsi ben otto anni dal suo ultimo concerto pubblico sull’isola di Tifeo, e il fatto stesso che egli abbia deciso di organizzarne uno proprio ad Ischia dovrebbe risvegliare l’ormai sopito orgoglio di noi isolani nell’ospitare un personaggio che, per vissuto artistico e non solo, ha dedicato la propria vita a dare voce alle luci e ai colori di Napoli e del suo meraviglioso Golfo. L'evento, curato dalla Marocco Music e coordinato con passione dal giovane Francesco Esposito in collaborazione con l’Associazione A.R.D.D. “F. Buonocore Ischia Onlus”, ha tutte le carte in regola per suscitare anche nei più scettici una naturale predisposizione nei confronti di un uomo che, grazie al proprio impareggiabile talento, è stato non a torto definito da numerosi critici teatrali «le mille e una resurrezione dell’animo partenopeo». Barra rappresenta, attraverso le sue caratteristiche mimico-gestuali e la straordinaria tonalità della sua voce, le mille contraddizioni e, al tempo stesso, la soave bellezza dei vicoli e dei quartieri della sua amata Napoli. L’attore, che ha vissuto la propria infanzia e l’adolescenza respirando i profumi del pescato di Marina Grande e ammirando l’incantevole suggestione di Terra Murata, lo scorso anno è stato ospite di inINSULA, la rassegna culturale realizzata dallo staff diretto con professionalità da Francesco Esposito. In quell’occasione, Peppe confidò al direttore artistico della manifestazione di voler «tornare in questa magica isola per fare un mio spettacolo». Il 21 agosto, ad appena un anno da quell’indimenticabile incontro, nel quale Peppe recitò anche “La vecchia scorticata”, fiaba tratta da “Lo cunto de li cunti” di Basile, ecco che il suo desiderio si realizza concretamente con un concerto che, senza alcun dubbio, resterà nei cuori e nelle menti di coloro che avranno la sensibilità di prendervi parte. Posto unico: € 20 | Per info e biglietti 3777729548.

Prevendita presso: LUNARIA (Ischia Ponte), BAR VIOLETTA (Ischia Ponte), BAR DE MAIO (Ischia Porto), LA CONCHIGLIA (Forio)

martedì 6 agosto 2013

AUTO INCENDIATA ALLA FOCE DEL DEPURATORE DI CUMA

Auto incenerita, spiaggia vuota e mare color marrone: peggiorano le condizioni di degrado presso la foce del depuratore regionale. Tra la foresta di Cuma, la stazione della Circumflegrea e, a non troppa distanza, l’Acropoli greca, è stata incendiata un’autovettura i cui rottami restano ben visibili agli occhi dei passanti.
Uno stato di assoluta fatiscenza, documentato in mattinata da Freebacoli e Fanpage.it, giunti sulla foce per constatarne le condizioni anche agli inizi di agosto. In piena estate. Sopralluogo di attivisti, di stampo giornalistico, che produrrà nei prossimi giorni un servizio del noto e giovane video-reporter Alessio Viscardi, ed una serie di articoli di Vincenzo Crosio.
Lo Stato vuole perdere
Oltre agli approfondimenti annunciati, resta però la cronaca dello stupro quotidiano del territorio flegreo.
Dalla foce, ancora una volta, sgorgavano in mare tonnellate e tonnellate di liquame che rendevano l’aria irrespirabile. Trasformando un litorale, impareggiabile fonte di sviluppo turistico e do lavoro, in patria di gabbiani poggiati, a centinaia, lungo la battigia in attesa di viveri.
Qui dove lo Stato non ha semplicemente perso. Qui dove le istituzioni, di ogni ordine e grado, hanno voluto perdere.
(fonte: www.freebacoli.net)
Guarda le foto: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.582033648525736.1073742015.114526231943149&type=3&uploaded=43

Guarda il video:
http://www.youtube.com/watch?v=uYQPZvb-Jj0&feature=youtu.be

TUTTA L'ACQUA CHE ARRIVA DAL MARE


(da "Corriere dell'Isola", anno XVII, n° 30, 01-07 Agosto 2013)

lunedì 22 luglio 2013

BUONE INTENZIONI E POCHE REALTÀ

Dopo aver ascoltato le opinioni di coloro che per passione e per lavoro quasi quotidianamente percorrono il lungo circuito costituito dai numerosi sentieri presenti sulla nostra isola, abbiamo raccolto le valutazioni delle amministrazioni locali in merito alla manutenzione della segnaletica e delle condizioni dei sentieri. Ecco le loro risposte sull’argomento.

DOTT. GIANLUCA TRANI (presidente del Consiglio comunale di Ischia)
«Abbiamo intenzione di riprendere la sentieristica sia a livello pedonale che ciclistico. Rilanciare il turismo dal punto di vista ambientale è importante. Bisogna creare dei percorsi che possano congiungere i sei comuni. Stiamo studiando con Cicli Scotto la possibilità di realizzare questo progetto, che è assolutamente fattibile. Nel momento in cui il progetto verrà realizzato, provvederemo anche a predisporre un’adeguata segnaletica e una specifica campagna che pubblicizzi la sentieristica anche negli alberghi».

DOTT. PAOLINO BUONO (sindaco di Barano d’Ischia)
«Proprio giovedì scorso abbiamo stipulato un accordo con il C.A.I., nel quale si è stabilito che loro ci daranno una mano, anche per quanto riguarda la segnaletica, perché tutti i nostri sentieri entrino a far parte dell’orbita di quelli già segnalati dal C.A.I.. Se non avessimo potuto usufruire di questo prestigioso aiuto, l’amministrazione oggettivamente non avrebbe avuto la possibilità di far fronte ad un progetto così impegnativo. I sentieri sono attualmente percorribili, anche se mi rendo conto che essi necessitano di un’adeguata manutenzione. Ecco la ragione che ci ha spinti a prendere contatti con il C.A.I.. L’operazione, fatta nell’interesse collettivo, mi soddisfa molto».

T.C. GIOVAN GIUSEPPE IACONO (comandante Polizia Municipale di Forio)
«Noi abbiamo in itinere un progetto che prevede la sistemazione della cartellonistica con le indicazioni dei sentieri, secondo un progetto approvato anche dalla Soprintendenza con un bando che sta per essere aggiudicato definitivamente, perché la gara si è già svolta. Nei prossimi giorni il progetto sarà operativo».

DOTT. ARNALDO FERRANDINO (sindaco di Casamicciola Terme)
«Per il momento stiamo attendendo le valutazioni del C.A.I., che dovrà presentare un progetto per la riqualificazione della sentieristica isolana. Il direttivo del C.A.I. si è sobbarcato l’onere di cercare dei fondi per permettere la realizzazione di un progetto che vada a migliorare le condizioni dei sentieri presenti sulla nostra isola. Penso che a settembre dovrebbero iniziare i lavori, che con ogni probabilità si concluderanno la prossima primavera. Il C.A.I. ha in mente di rispristinare i percorsi già esistenti, raggruppandoli in seguito per zone d’interesse. Nel frattempo si stanno valutando le condizioni in cui versa l’intero circuito ischitano, e questo per poter meglio pianificare i lavori».

ING. ROSARIO CARUSO (sindaco di Serrara-Fontana)
«I percorsi attigui al Monte Epomeo sono assolutamente percorribili, Negli scorsi giorni, poi, abbiamo stretto un accordo con il C.A.I., che nelle prossime settimane valuterà le condizioni dei nostri sentieri nella prospettiva di ripristinarli».

Francesco Castaldi

«SALVIAMO I NOSTRI SENTIERI»

La sentieristica è uno dei patrimoni più ingenti per la nostra isola, la cui economia si basa essenzialmente sulla promozione turistica delle impareggiabili bellezze naturali che possiede. Salvaguardare dunque con scrupolo tutte quelle attività che permettono ad Ischia di crescere è un imperativo che non deve essere assolutamente disatteso, o almeno non dovrebbe. Purtroppo la noncuranza di talune amministrazioni che si sono maldestramente avvicendate nel corso degli ultimi anni – unita al solito leitmotiv della spending review – ha determinato il progressivo depauperamento delle risorse che avrebbero dovute essere impiegate per la costante manutenzione dei numerosi viottoli presenti sul territorio isolano. Attualmente la maggior parte dei sentieri (anguste stradine di montagna che si sono formate in seguito al costante deflusso delle acque piovane o a causa del passaggio di cilcisti, cacciatori e fantini) versano in discrete condizioni. Le criticità maggiori, come ci avverte il ciclista Michele Scotto, si registrano durante la stagione invernale, quando le piogge scavano dei profondi solchi nel terreno, ostacolo che di fatto determina la sostanziale impraticabilità del percorso. La situazione descritta sovente si aggrava nel corso della bella stagione, a causa della folta vegetazione che ostruisce il passaggio. Scotto ci informa che per consentire a cicloamatori o a semplici turisti di percorrere agevolmente i cammini di montagna «oltre a batterli con le biciclette, ci impegniamo anche a tenerli quanto più puliti possibile. Spesso la mattina presto, due o tre volte l’anno, prima di recarci al lavoro, ci armiamo di pale, zappe e forbici e andiamo a pulire e sistemare tale sentieristica. Non siamo ancora riusciti a realizzare la segnaletica, ma penso che a breve lo faremo anche per dare qualche indicazione in più ai turisti, che non conoscono il percorso». Le escursioni in mountain-bike sono molto richieste e apprezzate dai turisti, che attraverso Facebook chiedono di essere accompagnati per conoscere da vicino i nostri boschi e le nostre montagne. Negli ultimi anni, poi, stanno letteralmente spopolando anche nel mondo delle due ruote le strumentazioni GPS, attraverso le quali «puoi caricare una mappa sul computerino del turista o del biker che non conosce la zona. In questo modo la mappa ti guida e fa in modo che tu non ti smarrisca». Scotto, infine, è critico sulla decisione presa qualche giorno fa dal Comune di Serrara-Fontana, che ha interdetto il tratto santangiolese anche al traffico delle biciclette «Quel percorso è molto bello perché il turista dall’Epomeo vedeva il mare e poi, in pochi minuti, si ritrovava sulle spiagge che aveva visto dall’alto. Era una cosa veramente bella che purtroppo ci è stata strappata». In questo nostro lungo viaggio alla scoperta dei sentieri della nostra isola, abbiamo incontrato anche Giorgio Rufini, che insieme alla moglie Pamela gestisce al Cretaio il maneggio Aragona Arabians. Rufini, nel corso della nostra conversazione, non nasconde tutta la propria amarezza per le condizioni, non certo ottimali, in cui versano alcuni sentieri ischitani «I sentieri non esistono più. Gli unici che si notano o, almeno, i più visibili, sono quelli calpestati da noi con i cavalli o dai ciclisti con le biciclette. Staccionate e segnaletica sono praticamente inesistenti. Dal maneggio in su il passaggio è impraticabile, spesso la gente perde il senso dell’orientamento. Penso che il turista che viene sull’isola meriti di ricevere un servizio efficiente. Per quanto il bosco della Maddalena e il Cretaio siano bei luoghi da percorrere, c’è poca sorveglianza a livello di pulizia. È uno spettacolo indecente: spesso, tra gli alberi, si vedono buste di spazzatura, mobili vecchi e copertoni. Ciononostante i turisti sono molto affascinati dai sentieri. Se solo fossero tenuti un po’ meglio, gli apprezzamenti sicuramente aumenterebbero. Da parte delle istituzioni, purtroppo, non arrivano segnali di cambiamento. Da parte nostra, invece, c’è sempre la volontà di mettersi in gioco per migliorare il turismo locale».

Ecco a grandi linee i sentieri che possono essere percorsi sulla nostra isola, comune per comune.

FORIO: Non ci sono moltissimi sentieri, anche se le zone di Campotese e del Faro di Punta Imperatore si prestano ad interessanti escursioni in bici.
LACCO AMENO: Per i bikers più allenati si consiglia la zona alta della Pera di Basso, circuito abbastanza ostico a causa del poco sterrato presente.
CASAMICCIOLA: Se amate il verde incontaminato, il  bosco della Maddalena e l’intera zona del Cretaio fanno per voi.
SERRARA-FONTANA: Escludendo il percorso santangiolese attualmente interdetto, c’è tutta la zona dell’Epomeo, di Buceto e di piano San Paolo.
BARANO D’ISCHIA: Per gli appassionati delle salite, vi consigliamo la zona alta di Barano.

ISCHIA: la zona di monte Vezzi, uno sterrato dal fascino intramontabile. 

Francesco Castaldi

domenica 14 luglio 2013

ICORTI2, UNA VETRINA PER LE ENERGIE DEI GIOVANI

Nel corso di una lettura pubblica avvenuta sabato 6 luglio nel suggestivo e colorato vicoletto di san Gaetano a Forio presso Pietratorcia in collaborazione con la Libereria Pierini, i ragazzi del laboratorio di scrittura creativa, guidati con zelo e passione dalla dott.ssa Isabella Puca, hanno dato dimostrazione delle proprie abilità, recitando alcuni brani estratti dal volume “iCorti2”. Questa agevole e dinamica lettura raccoglie tutti i testi composti dai ragazzi durante l’anno laboratoriale appena trascorso, in un caleidoscopio di luci, colori ed emozioni. Al termine della presentazione raccogliamo le impressioni della Puca, che non nasconde la propria grande soddisfazione per la realizzazione di questa raccolta di racconti e poesie «Anzitutto volevo ringraziare i ragazzi del laboratorio teatrale di Salvatore Ronga e ovviamente i miei ragazzi del laboratorio di scrittura creativa dell’associazione Luca Brandi. Da questa raccolta emerge tutto il lavoro svolto dai ragazzi nel corso di quest’anno. Il reading che abbiamo organizzato ha avuto lo scopo di mettere in vetrina le potenzialità e, soprattutto, le emozioni degli aspiranti scrittori. L’adolescenza è una fase difficile della vita, durante la quale spesso si trovano degli ostacoli che apparentemente sembrerebbero invalicabili. Lo scopo di questo corso – prosegue la curatrice del lab – è stato quello di aver fatto in modo che i giovani potessero mettere in campo tutte le proprie energie, che rappresentano la vera benzina della nostra associazione». Le letture sono state accompagnate dalla chitarra di Titty Rando, co-autrice del libro. I testi sono stati interpretati da Stanislao MorgeraDavide Cipolletta (del lab di Ronga), Bianca Pascale e Vittoria Schiano Di Zenise (autrici dei testi e teatranti di Ronga). Vivo entusiasmo trapela anche dalle parole del prof. Silvano Brandi «È davvero un piacere vedere i nostri ragazzi impegnarsi e maturare attraverso queste attività culturali. Il loro entusiasmo ci ripaga di tutti i sacrifici che facciamo per far crescere la nostra associazione»Un’iniziativa, quella promossa dall’associazione Luca Brandi, davvero lodevole e che ci auspichiamo possa avere seguito già a partire dalla prossime settimane. Sarebbe interessante se queste letture avvenissero con maggior frequenza sul territorio foriano e, più in generale, sull’interno territorio ischitano, che spesso dimostra di essere poco attento alle idee e alle passioni dei giovani. Ricordiamo ai nostri lettori che il volume “iCorti2“ è disponibile in Libereria al costo di 5 euro. Francesco Castaldi




foto: Alessandra Massa

CARUSO «CI VUOLE TEMPO, IMPEGNO E PASSIONE»

Abbiamo incontrato l’ingegner Rosario Caruso presso la sala consiliare del Comune di Ischia. Durante la nostra conversazione il primo cittadino di Serrara-Fontana ha avuto modo di chiarire le sue posizioni in merito ad alcune tra le più importanti questioni che riguardano il suo comune. Ecco che cosa ci ha detto.

Ci può spiegare più nel dettaglio il progetto per la riqualificazione di Sant’Angelo?
«Abbiamo posto in essere una serie di azioni tese a salvaguardare l’ambiente e a incentivare l’uso delle energie rinnovabili. […]. Abbiamo realizzato un progetto che ci ha permesso di realizzare cinque impianti fotovoltaici sui sette edifici di proprietà comunale. Già da tre anni abbiamo distribuito delle compostiere ai nostri concittadini, grazie ad un progetto  finanziato dalla Provincia di Napoli. Stiamo sollecitando la Regione Campania a realizzare depuratori perché ci teniamo al nostro mare, che è una risorsa fondamentale. Inoltre vogliamo anche salvaguardare  Sant’Angelo dall’uso indiscriminato di veicoli a motore nell’interesse di cittadini e turisti».

In che modo, a suo giudizio, sarà possibile far rinascere il turismo del porticciolo santangiolese?
«Stiamo cercando di sbloccare la questione porto, che ha procurato degli effetti negativi sull’intera economia del nostro territorio. Ciò è dovuto al fatto che vi sono gli interessi di alcuni privati che tendono ad utilizzare quella risorsa per creare profitto solo per poche famiglie. Il Comune ha invece intenzione di valorizzare il porto per creare ricchezza per l’intera collettività.[…]».

Da dove hanno origine i rapporti – di certo non rosei – con l’attuale opposizione?
«Abbiamo un opposizione non costruttiva, che viene spessissimo in consiglio comunale per lanciare una serie di accuse sull’operato della maggioranza. Sotto questo aspetto abbiamo un rapporto palesemente conflittuale. A volte i consiglieri di opposizione vengono in consiglio con delle proposte costruttive sulle quali si trovano delle convergenze. Noi della maggioranza accettiamo il confronto e portiamo le proposte in consiglio comunale, correggendole quando occorre».

C’è il concerto rischio che quest’anno la festa di Sant’Anna non si svolga. Che cosa stiamo facendo per evitare che un’ evento storico per la nostra isola possa cadere nel baratro?
«Abbiamo avuto una riunione al Comune di Ischia, nella quale ho avanzato una proposta molto semplice, che è scaturita dalla discussione: se i sei comuni, a coppie, si mettono insieme, avranno la possibilità di preparare una barca da far sfilare il giorno di Sant’Anna. In questo modo si eviterà che una festa storica scompaia per sempre».

Numerose sono state le polemiche relative al blocco-traffico nel Comune di Serrara-Fontana. Qual è la sua opinione in merito?
«Credo che sia compito delle pubbliche amministrazioni porre in essere delle azioni che tendano al miglioramento delle condizioni generali del territorio e dei cittadini. Le nostre iniziative hanno suscitato una serie di polemiche da parte dei cittadini di Sant’Angelo, ma al tempo stesso hanno prodotto reazioni positive da parte dei turisti e anche di alcuni cittadini santangiolesi. […]. Dobbiamo riportare Sant’Angelo alla sua antica vocazione, ovvero quella di essere un luogo dove poter trascorrere tranquillamente le proprie vacanze, nell’interesse dei turisti, che sono l’elemento cardine attorno al quale gravita la nostra economia».

Se dovesse dare un giudizio al suo operato di sindaco, che voto si darebbe?
«Non mi do giudizi, perché questi ultimi spettano agli altri. Lavoriamo su tanti temi, su tanti problemi che da decenni non sono stati risolti. Cerchiamo di risolverli o, per lo meno, di gettare le basi per una loro risoluzione. Al termine del nostro mandato i cittadini saranno a giudicare se siamo stati capaci o meno».

Quali sono i risultati che il suo esecutivo ha portato a termine e quali invece gli obiettivi che ha intenzione di raggiungere nel prosieguo del suo mandato?

«Credo che diversi risultati sono stati raggiunti in questi due anni di vita amministrativa. Il Comune di Serrara-Fontana ha spinto la Regione Campania a risolvere la questione della depurazione sull’Isola d’Ischia, che rappresenta un problema fondamentale per la nostra economia. Abbiamo definito il piano urbanistico comunale e stiamo lavorando con il professor Ferrara affinché sia possibile realizzare un piano che ci consenta di preservare le bellezze delle zone costiere, sviluppando anche la parte alta del nostro territorio. Abbiamo inoltre iniziato dei lavori di adeguamento dell’edificio di Sant’Angelo, con la realizzazione di un impianto sportivo vicino alla scuola, che sarà completato nel corso di questo mese. Come spesso dico, per fare le cose come si conviene c’è bisogno di tempo, impegno e passione». F.C.

sabato 6 luglio 2013

LAMONICA «GARANTIRE SERVIZI MINIMI»

(da "Corriere dell'Isola", anno XVII, n° 26, 04-10 Luglio 2013)

APONTE “ARPIONA” LA CAREMAR

Venerdì scorso sono state finalmente aperte le buste per l’affidamento della compagnia di navigazione marittima Caremar. Il bando di gara è stato vinto dalla cordata Snav-Rifim, che ha avanzato un’offerta di ben 6 milioni di euro per la compagnia e altri 10,7 milioni annui per la sovvenzione prevista per ottemperare agli obblighi di servizio pubblico. Colpo grosso dell’armatore e patron della Msc Gianluigi Aponte, che sbaraglia la concorrenza insieme alla Rifim, azienda guidata dalle famiglie napoletane D’Abundo e Rizzo, che è direttamente legata alla Medmar, l’altra compagnia privata che da diversi anni effettua regolarmente le sue tratte nel Golfo di Napoli. Esce sconfitta da questa eterna disfida la cordata dell’armatore di origini elleniche Alexis Tomasos, proprietario della TTT    Lines, che aveva avanzato una proposta ingente (6.000.100 euro più 14,9 milioni per la sovvenzione annua). Di questo gruppo facevano parte anche la Davimar Eolia, la Partenopea Marittima, la Marworld Ship Management di Domenico Marrazzo e gli imprenditori isolani, tra i quali anche il fratello del senatore ed ex sindaco di Lacco Ameno Domenico De Siano. Amara delusione anche per l’Alilauro-Gruson. L’azienda del “senarmator” Salvatore Lauro, nonostante gli sforzi profusi, non riesce ad aggiudicarsi la Caremar. Per la cronaca, Lauro aveva offerto 6.000.060 di euro per la società e altri 13,3 milioni per i contributi statali. E nel frattempo si attende la riunione, fissata per lunedì 15 luglio, nel corso della quale la commissione aggiudicatrice, costituitasi al termine della presentazione delle offerte avvenuta venerdì 28 giugno, procederà ufficialmente all’affidamento della Caremar alla vincitrice della gara. Salvo clamorosi epiloghi, la Caremar sarà ceduta alla Snav-Rifim. 
Un affidamento che già sta facendo discutere l’opinione pubblica isolana. Strascichi polemici a parte, bisogna considerare l’ennesimo sonoro ceffone che il trasporto pubblico ha ricevuto con questa scellerata corsa alla privatizzazione dell’unica azienda pubblica presente sul territorio campano. L’assessore Sergio Vetrella, negli ultimi anni, ha fornito sufficienti prove della sua incompetenza nel gestire la cosa pubblica, facendo sprofondare ancor più nel baratro il già farraginoso e deficitario sistema dei trasporti pubblici in Campania, sia marittimi sia terrestri. Auspichiamo che l’Antitrust svolga il proprio lavoro in maniera puntuale ed efficace, in modo tale da impedire qualsivoglia tentativo di oligopolio da parte della Rifim (alias Medmar) nella gestione della corse per e da Napoli. In molti sono a temere, infatti, la concretizzazione di un simile scenario, concretamente pronosticabile considerando la scarsa lungimiranza e il bassissimo profilo istituzionale di Vetrella. Per poterne capire di più non ci resta che attendere la riunione di mercoledì, quando apprenderemo con maggiore esattezza le intenzioni di Gianluigi Aponte per quanto concerne l’effettiva gestione da parte della Snav della ormai ex Caremar. I pendolari potranno usufruire di un servizio che finalmente rispetti standard qualitativi degni di una compagnia di navigazione efficiente e competitiva? E soprattutto: come verranno riprogrammate le tariffe? Assisteremo al solito salasso oppure esse saranno modulate in base alla qualità del servizio realmente offerto alla clientela? Domande certamente scomode e pungenti, ma che meriterebbero di ottenere risposte chiare e univoche. I cittadini hanno la necessità di avere un servizio di trasporti pubblici che possa garantire loro il tanto auspicato diritto alla continuità territoriale, concetto di cui alcuni amministratori si riempiono la bocca per ingraziarsi e tener buono l’elettorato e che poi, quando nessuno guarda, sono pronti a calpestare senza alcun ritegno.

Ecco in breve le tre offerte presentate per ottenere l’affidamento della Caremar:

CORDATA SNAV: € 6.000.000 + 10,7 mln di euro per contributi statali.

Cordata TTTLines: € 6.000.100 + 14,9 mln di euro per contributi statali.


Cordata Alilauro-Gruson: € 6.000.060 + 13,3 mln di euro per contributi statali.

Francesco Castaldi

domenica 30 giugno 2013

CHIUSI I CANCELLI DELLA PISTA CICLABILE DEL FUSARO

Stasera i cancelli della pista ciclabile del Fusaro, quelli riaperti dal popolo, sono stati chiusi al pubblico. Dalle 21:30 alle 00:00 i cittadini sono impossibilitati ad accedere al percorso ciclo-pedonale. I due unici varchi agibili per l'accesso (quello da p.zza Rossini e l'altro dalla villa Vanvitelliana) sono occupati da due blocchi. Nel parco è presente la cassa dell'Ente Teatro Miseno (la cui meritoria azione per la diffusione di arte e cultura non è messa in discussione) che permette l'entrata in pista solo dietro il pagamento di un biglietto (pari a 10 euro). Cifra utile, così come annunciato dalla scaletta degli eventi estivi dell'associazione, per assistere allo spettacolo teatrale della rassegna.In piazza, invece, poche persone (la cui meritoria azione per la riapertura della pista non è messa in discussione), hanno chiuso i cancelli. Quelli riaperti un mese fa dalla spinta popolare. Alla base dell'interdizione vi sarebbe, così come detto presso ciò che resta del presidio cittadino, un accordo con l'ETM. Patto non noto e non condiviso con tutti coloro, dai singoli ai gruppi civici, che quotidianamente hanno dato il proprio contributo per la riapertura della pista del Fusaro. Molti dei quali, all'oscuro di tutto, sono stati informati dell'accordo al momento della chiusura. Un fatto gravissimo ed intollerabile. La cultura e l'aggregazione popolare non possono essere messi in contrapposizione. L'una non esclude l'altra. Possono e devono convivere. Chi ha deciso la chiusura di un bene pubblico, riconquistato dal popolo per il popolo? Chi si arroga il diritto di vietare l'acceso alla pista del popolo? Quale democratica assemblea sta decidendo le sorti di questo meraviglioso patrimonio. Chi sta gestendo la pista senza consultare tutti coloro che hanno riaperto i cancelli? La pista è stata conquistata da tutti. Non da pochi. E' un patrimonio collettivo.Gli unici padroni sono i cittadini. Intesi come comunità, senza deleghe. Nessun altro."Araprimm sti canciell", è un monito che deve valere anche stasera. Per sempre.
Josi Gerardo Della Ragione, giornalista Freebacoli libera informazione

DANCE IN MOTION!

«La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile»

Questa la suggestiva definizione di Carla Fracci, senza alcun dubbio una delle ballerine italiane più conosciute al mondo. La grande danza approda anche sulla nostra isola. A partire dal 1° e fino al 7 luglio, infatti, presso la Compagnia della Danza di Forio della maestra Barbara Castagliuolo, si svolgeranno degli stage: classico, passo a due, laboratorio di modern, modern contemporary, musical, hip-hop e video dance. I corsi verranno tenuti da artisti di calibro internazionale. Ugo Ranieri, dal 1987 primo ballerino della compagnia di balletto del Teatro San Carlo, il belga Guy De Bock, allievo del grande Rudolf Nureyev, e Fabrizio Paganini, direttore del Centro Studi Danza Paganini, cureranno i corsi di classico e passo a due. Emma Cianchi, docente di tecnica contemporanea e composizione coreografica, e Guy De Bock, invece, si occuperanno del laboratorio di modern e di modern contemporary. La sezione riguardante il musical verrà seguita dal maestro Paganini, mentre i corsi di hip hop e video dance vedranno la supervisione di Vittorio Migliaccio. L’evento terminerà con il Gran Galà del 7 luglio nel suggestivo scenario della Villa “La Colombaia”. F.C.

«BISOGNA CREARE LAVORO»

In seguito alle parole di Marco Venturi, incontriamo Francesco Pezzullo, presidente della Confesercenti Isola d’Ischia, che era presente all’assemblea nazionale accompagnato da una delegazione, formata dal direttore isolano Claudio Cigliano, dal delegato cittadino per il comune di Forio Mariarosaria D’Abundo, dal presidente FIBA Giuseppe La Franca e dal presidente dell’ANVA Luigi Monti. Pezzullo dichiara che, nel corso dell’assemblea elettiva nazionale, la delegazione ha potuto discutere sulle problematiche relative alla piccola e media impresa con il presidente nazionale Marco Venturi, riconfermato alla presidenza nazionale della Confesercenti.


Presidente, qual è l’attuale situazione della piccola e media impresa isolana?
«Oggi ormai sulla micro impresa e sulla crisi si sono spesi fiumi d’inchiostro. Adesso bisogna trovare la strada e non le scuse. È necessario rimboccarsi le maniche, essere uniti e lavorare tutti insieme per la rinascita della nostra isola».

In che modo, secondo lei, è possibile risollevare l’economia della nostra isola?
«Attraverso una seria e capillare programmazione turistica di tutti i comuni, uniti per il bene di tutta la collettività. Bisogna destagionalizzare per sfruttare al meglio le nostre risorse: mare, terme, enogastronomia e cultura. Intervenire sui trasporti marittimi e terrestri, in modo tale da renderli efficienti e meglio fruibili da cittadini e turisti. Aprire una finestra sulla costa laziale, intensificando i rapporti commerciali. Sarebbe possibile, inoltre, creare collegamenti tra Ischia e Torregaveta».

Quali idee, invece, per aiutare più nel concreto la PMI?
«Anzitutto, per aiutare concretamente la piccola e media impresa, è necessario permettere un più celere ed agevole accesso al credito. Infatti, con delle piccole somme (dai 10.000 ai 30.000 euro), sarebbe possibile salvare tantissime aziende, che invece oggi sono costrette a chiudere perché le banche concedono un “ombrello” fiscale durante la stagione estiva, per poi togliertelo all’inizio dell’inverno».

Nel corso del seminario Ischia job & opportunity, tenutosi lo scorso 10 giugno presso il Centro Congressi di Forio, si è parlato anche della grave piaga della disoccupazione femminile e giovanile: quali soluzioni possibili?
«Bisogna favorire l’interscambio informativo riservato alle imprese del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato, anche mediante incentivi concessi dai soggetti istituzionali per le assunzioni di personale dipendente e/o collaboratore. Fornire servizi di affiancamento e supporto alle imprese mediante una piattaforma di consulenza ed assistenza. Tutelare le imprese per la selezione di stagisti e tirocinanti mediante processi virtuosi anche in affiancamento formativo. Per qualsiasi informazione relativa a queste opportunità, è possibile rivolgersi alla sede Confesercenti Isola d’Ischia».

Quindi la Confesercenti si sta impegnando per tutelare le imprese isolane?
«Oggi le associazioni hanno il dovere di dare speranze alle PMI. Siamo l’anello di congiunzione tra le imprese, le Istituzioni e le banche, anche perché oggi il sistema creditizio è molto “abbottonato”, quindi le associazioni di categoria, con le proprie organizzazioni creditizie (Confidi), rappresentano un’opportunità importante per colmare il gap del rating, che è l’ostacolo più grande per le piccole e medie imprese  per l’ottenimento del credito».

In che modo intendete risolvere alla radice il sempre più diffuso problema degli ambulanti abusivi sul nostro territorio?
«Proprio in questi giorni abbiamo messo a protocollo una nota, inviata ai sei comuni e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine, evidenziando che, con l’approssimarsi delle stagione estiva, è già ripreso sul territorio isolano il commercio ambulante abusivo. Tale fenomeno, com’è noto, è per vari motivi dannoso per l’economia dell’isola d’Ischia e per la fiscalità generale ed è contro ogni normativa amministrativa, fiscale ed igienico-sanitaria. Esso lede gravemente l’immagine dell’isola stessa agli occhi dei turisti e dei cittadini, creando un’illecita concorrenza agli operatori economici del territorio, che quotidianamente restano aperti in un periodo di crisi molto profonda».

Ecco i numeri che la Confesercenti ha raccolto in merito alle ingenti somme di denaro che, a causa del commercio abusivo, fuoriescono dall’isola.
100 (ambulanti) x € 200 (al giorno pro capite) = € 20.000
€ 20.000 x 30 (giorni) = € 600.000 (al mese)
€ 600.000 x 5 (mesi) = € 3.000.000 ca. portati via dal nostro territorio, senza pagare alcuna tassa.

È da precisare che la Confesercenti non è contro tutti, anzi essa più volte ha proposto l’individuazione di un luogo dove poter svolgere un mercatino etnico, per dare la possibilità a chi sta in regola di portare a casa il pane quotidiano. F.C. 

L’ITALIA PARLA IMPRESA

Durante l’assemblea elettiva della Confesercenti, tenutasi presso l’Auditorium della Musica di Roma il 19 giugno scorso, il presidente Marco Venturi, nella sua breve relazione, ha evidenziato le problematiche che hanno attanagliato le piccole e medie imprese nell’arco dell’ultimo quinquennio. «La pressione fiscale è sensibilmente aumentata, anche e soprattutto per le imprese. Il credito si è ridotto drasticamente nelle quantità ed è aumentato sensibilmente nei costi. Il Governo deve sostenere la ricapitalizzazione dei Confidi in modo da rendere più fluido e più consistente il finanziamento delle imprese. Il lavoro è diventato meno flessibile e la burocrazia, anche dopo la spending review, è rimasta la solita macchina “trita-imprese”». Venturi prosegue il suo intervento asserendo che l’economia illegale – che rappresenta l’11% del PIL, ovvero 174 miliardi – elude le tasse, facendo concorrenza sleale a quelle aziende che, invece, operano secondo le vigenti normative. Tutti questi fattori hanno ovviamente determinato, tra il 2008 e il 2013, la chiusura di circa 224.000 aziende. Per dare un’idea di quanto la situazione stia peggiorando, basti pensare che ogni giorno, nel nostro Paese, chiudono in media 5 negozi ortofrutticoli, 4 macellerie, 42 dell’abbigliamento, 43 ristoranti e 40 pubblici esercizi. Ad aggravare ulteriormente questo quadro sono anche il reddito degli italiani (che registra un calo di ben 238 miliardi) e il debito pubblico, per non parlare poi dell’aleatoria riforma del sistema pensionistico e della grave piaga della disoccupazione giovanile e femminile. Marco Venturi si augura anche che
«il nuovo Governo possa garantire, accanto alla necessaria stabilità politica, sviluppo economico, tenuta delle imprese, crescita dell’occupazione e riforme istituzionali. Abbiamo bisogno – aggiunge – di una vera riforma che riduca la pressione fiscale e valorizzi le imprese e il lavoro rispetto alle rendite ed ai patrimoni». Nel frattempo la Corte dei Conti avverte che il tasso di corruzione in Italia è drammaticamente aumentato: su 800 miliardi di spesa pubblica ne vengono sottratti 60. «Senza adeguati finanziamenti  alle piccole e medie imprese– prosegue il presidente della Confesercenti – si fermano gli investimenti e l’occupazione, aprendo la porta all’usura (…). Senza legalità (…) il nostro Mezzogiorno rimane sotto ricatto e l’intero Paese ne è condizionato». Il presidente Venturi, inoltre, avanza cinque proposte utili a risollevare le sorti di tutti quegli imprenditori che, a causa della grave recessione economica patita nel corso dell’ultimo lustro, hanno dovuto chiudere le proprie attività: il pagamento, da parte dello Stato, dei debiti contratti con le imprese; la riduzione delle sanzioni per ritardato pagamento di tributi regolarmente dichiarati; il contenimento di mora, interessi ed agio relativi al debito fiscale; lo stop al pignoramento della prima casa ed impignorabilità dell’immobile in cui opera l’impresa; prima la contestazione della legittimità dell’imposta, poi il pagamento della stessa. Il presidente Venturi, infine, ribadisce il suo duro no alla TARES e all’aumento dell’IVA, alle liberalizzazioni che distruggono le imprese e i nuclei urbani e alle sproporzionate sanzioni di Equitalia a carico di chi non dichiara o non può pagare. Esprime, invece, il suo favore riguardo alla detassazione e alla defiscalizzazione per la nuova occupazione per tre anni e alle nuove risorse ai Confidi e mini bond alle imprese con tutoraggio delle associazioni. «Coinvolgeremo le istituzioni a tutti i livelli, nazionali e territoriali. Ovviamente non ci limiteremo a proporre ed intorno a questi temi metteremo in modo l’intera Confederazione, le categorie ed il territorio. Ognuno farà la sua parte». Francesco Castaldi