Stasera i cancelli della
pista ciclabile del Fusaro, quelli riaperti dal popolo, sono stati chiusi al
pubblico. Dalle 21:30 alle 00:00 i cittadini sono impossibilitati ad accedere al
percorso ciclo-pedonale. I due unici
varchi agibili per l'accesso (quello da p.zza Rossini e l'altro dalla villa
Vanvitelliana) sono occupati da due blocchi. Nel
parco è presente la cassa dell'Ente Teatro Miseno (la cui meritoria azione per
la diffusione di arte e cultura non è messa in discussione) che permette
l'entrata in pista solo dietro il pagamento di un biglietto (pari a 10 euro).
Cifra utile, così come annunciato dalla scaletta degli eventi estivi
dell'associazione, per assistere allo spettacolo teatrale della rassegna.In
piazza, invece, poche persone (la cui meritoria azione per la riapertura della
pista non è messa in discussione), hanno chiuso i cancelli. Quelli riaperti un
mese fa dalla spinta popolare. Alla base dell'interdizione vi sarebbe, così come
detto presso ciò che resta del presidio cittadino, un accordo con
l'ETM. Patto non noto e non condiviso con tutti coloro, dai singoli ai
gruppi civici, che quotidianamente hanno dato il proprio contributo per la
riapertura della pista del Fusaro. Molti dei quali, all'oscuro di tutto, sono
stati informati dell'accordo al momento della chiusura. Un fatto gravissimo ed
intollerabile. La cultura e l'aggregazione popolare non possono essere messi in
contrapposizione. L'una non esclude l'altra. Possono e devono convivere. Chi ha
deciso la chiusura di un bene pubblico, riconquistato dal popolo per il popolo?
Chi si arroga il diritto di vietare l'acceso alla pista del popolo? Quale
democratica assemblea sta decidendo le sorti di questo meraviglioso patrimonio.
Chi sta gestendo la pista senza consultare tutti coloro che hanno riaperto i
cancelli? La pista è stata conquistata da tutti. Non da pochi. E' un
patrimonio collettivo.Gli unici padroni sono i cittadini. Intesi come comunità,
senza deleghe. Nessun altro."Araprimm sti canciell", è un monito che
deve valere anche stasera. Per sempre.
Josi Gerardo Della Ragione, giornalista Freebacoli libera informazione
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