lunedì 17 giugno 2013

TOLKIEN E IL SIGNORE DEGLI ANELLI

di Giovanni Lamonaca

«Iniziai con il linguaggio e mi ritrovai ad inventare leggende dello stesso sapore».

John Ronald Reuel Tolkien è senza dubbio uno dei più celebri autori del ‘900, famoso soprattutto per le sue opere: Il Signore Degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, riconosciute come pietre miliari del genere fantasy. Ma il grande merito dell’autore britannico è quello di aver creato un Universo immaginario, popolato da creature e luoghi fantastici, così come linguaggi e scritture, una vera e propria mitopoiesi e in questo mondo egli inserisce le sue storie, le avventure dei suoi personaggi. Tolkien sente il bisogno di creare un mito alla maniera greca per la sua Inghilterra, giacché gli inglesi non hanno mai avuto una tradizione mitica. Il Signore degli Anelli, può essere visto come un'esplorazione, da parte di Tolkien, dei suoi interessi per la filologia, le fiabe e la mitologia, sia norrena che celtica. Tolkien infatti riempì in maniera incredibile la sua opera di dettagli e particolari: creò una vera e propria mitologia per la sua Terra di Mezzo, con tanto di genealogie dei personaggi, linguaggi dei vari popoli, tradizioni, calendari e storie; dettagli che vanno spesso al di là della narrazione dei vari libri, che sono quindi, apparentemente, fini a sé stessi. Scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico fu professore all’Università di Oxford.
LIFE:  J.R.R. Tolkien
John Ronald Reul Tolkien was born in Bloemfontein, South Africa, January 3, 1892, to English parents native of Birmingham. When his father died, in 1896, the family moved to England, to Sarehole, near Birmingham. On the death of his mother, from whom he inherited the love for Tolkien's languages and ancient legends, he was educated by a Catholic priest of the Oratory, P. Francis Xavier Morgan. In 1915 he obtained a Bachelor of Arts degree from the 'Exeter College, Oxford. He returned to Oxford after fighting in World War I, he became Master of Arts in 1919, and collaborated Oxford Dictionary English. He was a teacher of Anglo-Saxon language and literature from 1925 to 1945, and then to English language and literature until his retirement from teaching. He died in Bournemouth September 2, 1973. His most important works are: The Silmarillion, The Hobbit and his masterpiece The Lord Of The Rings.
THE HOBBIT:
Gandalf and the 13 dwarves,  captained by Thorin, arrive at Bilbo's house. The purpose of this adventure is to regain the treasury of the Dwarves stolen by the dragon Smaug , which is located in Erebor, the Lonely Mountain ancient kingdom of the dwarves . The Fellowship starts of the adventure. The Fellowship enters into the Lone-lands.  Bilbo and the Dwarves are kidnapped by three trolls, but Gandalf saves them. The Fellowship comes to the house of King Elrond, where they are housed. The adventurers climb mountains but are captured by orcs. They  can to escape but in the escape Bilbo is lost. Bilbo finds the ring and makes a race riddles against Gollum, This ring has the power to become invisible. Bilbo finds other companions and the fellowship restarts. The Fellowship is attacked by werewolves and then by orcs,  but is saved by eagles. The eagles bring the fellowship at the house of Beorn, a man who can transform into a bear. Beorn offers to fellowship supplies and ponies.  The Fellowship leaves the house of Beorn and reaches the edge of Mirkwood,  where Gandalf separates from the group to another commitment.  In the forest the dwarves are captured by spiders, but Bilbo with the help of the ring is able to save them. Then the dwarves are captured by the sylvan elves and taken to the king of the elves who puts them in prison, Bilbo thanks to its ring is not captured and tries to help his fellows. After a few days, Bilbo manages to find all the cells and the hobbit began to devise a plan to escape. During a big party, Bilbo free friends and packs them into the barrels, these barrels are transported by the river, and so the dwarves and the hobbit reach the city of Men, called Laketown, here are welcomed joyfully.   After fifteen days the dwarfs resume their journey along the River Flowing and through the Desolation of the Dragon, to arrive at the foot of the Lonely Mountain, where there is treasure. Bilbo can not find the secret door with the key of Thorin to open it. The Hobbit is the first to explore the dragon's lair.  The dragon awakens and his anger blocks the Fellowship the within the Mountain. Then is the long conversation between Bilbo and the dragon. Smaug goes to the city of Lake. Bilbo recovers from the treasury of the Arkenstone, a precious stone of the grandfather of Thorin, but hides the rest of the Fellowship. The Fellowship comes out of the Mountain. Smaug attacks Laketown, but Bard manages to kill the huge beast. The elves come to help the Men of the Lake. Then together set off for the mountain to get their share of the treasure. The dwarves meet the imperial crows, and so come to know about what is going on and are locked away in the Mountain to defend the treasure. So begins the siege of the Mountain. Thorin is immovable and does not want to surrender to the requests of men and elves. Bilbo escapes and delivers the Arkenstone to Bard order to better deal with Thorin, then back among the dwarves. Thorin, when he finds out what happened, Bilbo move away. He still does not want to share the treasure and expects help from the dwarves of Dain. Here come the dwarves of Dain against elves and men. The battle is locked in the bud by Gandalf, because even orcs and werewolves want the treasure and are ready to fight. Start the Battle of Five Armies: dwarves, men and elves against orcs and werewolves. The intervention of Thorin is able to give a little 'breathing the deployment friend, but the orcs are many. They arrive on the battlefield large eagles and the situation changes the situation. Bilbo loses consciousness for a stone. Arrives Beorn who kills the leader of the orcs Bolg and the forces of good win victory. Bilbo awakens and is conducted to the camp. Thorin dies from injuries, but before dying makes peace with Bilbo. It is told as Bilbo ended the battle, including the arrival of Beorn. The treasure is divided among the winners: Dain becomes the new King of the Mountain, Bard becomes the king of Laketown and Thorin was buried together all'Archepietra. Bilbo returns home with his share of the treasure,  where stands the mithril coat given to him by Thorin, before the latter died.
LA GRANDE GUERRA
Un evento che segnò profondamente Tolkien fu la prima guerra mondiale. Arruolatosi come volontario nell’esercito inglese prese parte alla prima guerra mondiale combattendo la sanguinosa battaglia lungo le sponde della Somme, fiume situato nella Piccardia  (Nord-ovest della Francia). La morte di centinaia di migliaia di uomini servì solo a far guadagnare un fazzoletto di terra all’esercito dell’Intesa.
La prima guerra mondiale (19 14- 18) fu il risultato delle tensioni tra le potenze europee. La Germania voleva imporsi come Paese guida del continente, ma era contrastata dall'Inghilterra e dalla Francia. L'impero austro-ungarico e quello russo vedevano invece minacciata la loro integrità dalle richieste di indipendenza dei popoli sottomessi. La scintilla del conflitto fu l'assassinio di Francesco Ferdinando, erede alla corona asburgica. L'Austria-Ungheria ne ritenne responsabile la Serbia e le dichiarò guerra. Il meccanismo delle alleanze portò in breve alla nascita di due schieramenti: da un lato la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia e Russia), dall'altro Germania e Austria-Ungheria. L'Italia si mantenne all'inizio neutrale. La Germania attaccò la Francia nell'agosto 1914. Tedeschi penetrarono nel territorio nemico ma furono sconfitti nella battaglia del fiume Marna. La guerra di movimento divenne così guerra di posizione, combattuta nelle trincee. Nel maggio del 1915, dopo lunghi contrasti interni, l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa. Nel 19 17 si verificarono due fatti di importanza decisiva: la firma dell'armistizio tra Germania e Russia (sconvolta dalla Rivoluzione bolscevica) e 'ingresso in guerra degli Stati Uniti contro la Germania. Nel 1918 le forze dell'Intesa si imposero definitivamente sul fronte occidentale, mentre le truppe italiane vincevano gli austriaci a Vittorio Veneto. La guerra era terminata, lasciando dietro di sé milioni di vittime. La conferenza di Parigi (1919) impose condizioni molto dure alla Germania (dove era nata una repubblica) in termini di riduzioni territoriali e risarcimenti in denaro. Piccole repubbliche divennero l'Austria e l'Ungheria, mentre la Polonia ottenne l’indipendenza. Nel 1923 anche la Turchia divenne una repubblica. L'Italia acquisì il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia, Trieste, l'Istria e la città di Fiume. La Jugoslavia divenne un regno di territori non omogenei. Dall'unione di Boemia, Moravia e Slovacchia nacque infine la Cecoslovacchia. Nel 1920 fu istituita la Società delle Nazioni, col proposito di garantire la pace nel mondo, sostenendo la via diplomatica per risolvere i conflitti. I risultati furono però deludenti. La crisi economica in Europa, aggravata dal problema dei debiti e dei danni di guerra, favorì lo sviluppo di Stati Uniti e Giappone.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI: ANALISI DELL’OPERA
BREVE TRAMA: Il fulcro centrale di questo romanzo è la storia che gira intorno a un Anello, detto l’Unico. Questo anello deve essere distrutto per porre fine al dominio di Sauron sulla Terra di Mezzo. Per questo motivo il giovane hobbit Frodo Baggins si fa carico di questo anello e aiutato da una compagnia rappresentata dalla genti libere parte per il Monte Fato, unico luogo dove l’anello può essere distrutto. Dopo una serie di peripezie Frodo riesce a distruggere l’anello e a liberare il mondo dal male.
ANALIZZANDO L’OPERA SI POSSONO RISCONTRARE NUMEROSE TEMATICHE CHE SEGNANO IL ROMANZO IN MANIERA INDELEBILE:
LA PIETA’:  “Il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla”.
All’inizio de “Il Signore degli Anelli” Gandalf interviene su questo tema parlando con Frodo che chiede perché Bilbo non abbia dato la morte a quella vile ed ignobile creatura quando ne aveva avuta l’occasione. Le parole di Mithrandir sono decise ed invitano lo hobbit a delle considerazioni meno superficiali e distintive:
Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca…a guarire prima di morire. Ma c’è una possibilità…Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l’aspetta un’ultima parte da recitare…e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo”.
In questo passo del romanzo, Gandalf dà un giudizio preciso sulla questione: l’uomo non è padrone della vita, perché questa è un dono e allora non può essere padrone neanche della morte. L’uomo (o hobbit che sia) è chiamato alla pietà, alla misericordia e ad evitare la violenza, quando questo è possibile. Lo stregone è certo, nella sua saggezza, che la pietà porti a conseguenze positive non solo sul futuro svolgimento dei fatti, ma anche sulla persona che compie tale gesto. Sempre parlando a Frodo, riguardo a Bilbo, spiega:
Fu la pietà a fermargli la mano. Pietà e misericordia: egli non volle colpire senza necessità. E fu ben ricompensato di questo suo gesto…Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal Male, riuscendo infine a scappare e a trarsi in salvo è proprio perché all’inizio del suo possesso dell’Anello vi è stato un atto di pietà”.
Le parole di Gandalf vengono concretizzate alla fine dell’opera quando Gollum pone fine all’incertezza di Frodo, precipitando col suo tesoro nella lava del Monte Fato. Da questo brevissimo saggio emerge come la pietà, nel Signore degli anelli, sia un sentimento che appare di debolezza, mentre si rivela sempre poi essere un simbolo di forza e di vittoria. La pietà che non ci fa diventare schiavi della violenza e del rancore.
Anche in Leopardi troviamo il tema della pietà. Pietà che è il vero significato poetico del suo pessimismo cosmico. Essa viene colta dall’autore nel suo valore universale e quindi come pietà non solo per se ma anche per gli altri. La pietà di Leopardi è attiva, vuole consolare e rendere consapevoli del destino che la Natura ha attribuito agli uomini. Per questo motivo nell’ultima parte della sua produzione, con la Ginestra, Leopardi ci parla di pessimismo eroico, ovvero di quella consapevolezza, acquistata tramite la pietà e la compassione, che il proprio destino è uguale a quello di tutti gli uomini che porta all’unione dell’umanità per l’inutile lotta contro la Natura.
L’UMILTA’:
“Non lo so... Saruman ritiene che soltanto un grande potere riesca a tenere il male sotto scacco. Ma non è ciò che ho scoperto io. Ho scoperto che sono le piccole cose... le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l'oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore.”
Tolkien afferma, in una delle sue lettere, che “la mia storia è stata uno studio sulla nobilitazione o santificazione degli umili”. Gandalf, nel consiglio di Elrond, afferma che solo chi si fa umile può vincere. Dove falliscono i grandi, riescono i piccoli perché sia ancora più evidente che è la grazia divina ad operare. Gli umili sono i veri vincitori, non solo il piccolo ed umile popolo Hobbit, ma anche i più umili di esso, come Sam.
Anche Manzoni decide di parlare, nel suo romanzo, dei “fantasmi della storia”, cioè di coloro di cui non si parla mai: gli umili. Essi non sono più protagonisti delle tradizionali vicende comiche o grottesche, ma nella narrazione della loro storia c’è la serietà tragica della vita. La loro unica speranza è la fede, perché Dio, attraverso la Provvidenza, li premierà durante la vita per i dolori a cui sono stati sottoposti.
PROVVIDENZA:
“Dietro a questo incidente vi era un’altra forza in gioco, che il creatore dell’Anello non avrebbe mai sospettata. E’ difficile da spiegarsi, e non saprei essere più chiaro ed esplicito: Bilbo era destinato a trovare l’Anello, e non il suo creatore. In questo caso, anche tu eri destinato ad averlo, il che può essere un pensiero incoraggiante”.
Il Signore degli Anelli è permeato dalla fede cattolica. Tolkien fa si che le azioni di tutti i personaggi, buoni e cattivi, siano spinte da una Mano superiore, che non nomina mai. I suoi personaggi, seppur convinti di agire liberamente e per loro volontà, sono strumenti di un piano superiore. E’ la Grazia, o Necessità, che fa si che i protagonisti compiano la loro missione.
Per Manzoni gli uomini non hanno alcuna possibilità di dirigere autonomamente la propria vicenda terrena e di modificare con le loro forze il loro destino. Arbitro assoluto della vita umana e unico conoscitore del bene e del male è Dio. Dio interviene nella vita umana attraverso la sua imperscrutabile “provvidenza”, in modi e tempi incomprensibili alla ragione umana. Questo tuttavia non comporta una rinuncia al libero arbitrio o alla passività di fronte alla storia: la Provvidenza offre a chiunque l’occasione di agire moralmente e di realizzare un ideale di vita cristiana.
Dante non comprende come possa succedere che da un padre liberale discenda un figlio avaro, e Carlo spiega che ciò dipende dall’intervento della Provvidenza divina, che tende a differenziare le attitudini degli uomini affinché questi possano soddisfare i molteplici compiti della vita sociale. A questo fine, i cieli esercitano il proprio influsso sugli uomini al momento della nascita, senza tener conto dell’indole dei padri. Carlo afferma poi che l’indole naturale provoca risultati negativi se non è assecondata da condizioni favorevoli; e purtroppo, sulla terra, gli uomini dimostrano di essere usciti fuori dalla retta via, poiché costringono al sacerdozio coloro che sono nati per la guerra e fanno re chi è invece incline a predicare.
Persino nell’arte ritroviamo il tema della Provvidenza, come aiuto provvidenziale del Creatore, che salva l’umanità dal naufragio e più precisamente lo ritroviamo nel famoso dipinto del pittore romantico francese Théodore Géricault (1791 – 1824). Esso è un olio su tela che prende spunto da un fatto di cronaca: il naufragio della nave francese Medusa avvenuto a largo delle coste africane; i naufraghi furono alla deriva per molti giorni su una zattera. Attraverso l’espressione dei naufraghi, l’artista vuole comunicarci quel senso di speranza, di lotta per la salvezza, di disperazione e di rassegnazione alla morte che era presente nei cuori di tali persone. Gli sguardi dei naufraghi sono tutti rivolti su l’unico uomo che si erge tra loro e che comunica speranza a tutti gli altri. Egli ha avvistato una nave all’ orizzonte, l’Argo, la nave della salvezza, simbolo dell’aiuto divino loro concesso.
NOSTALGIA:
“Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita... come fai ad andare avanti... quando nel tuo cuore cominci a capire... che non si torna indietro... ci sono cose che il tempo non può accomodare... ferite talmente profonde... che lasciano un segno”.
La Nostalgia romantica (Sehnsucht, termine coniato dai fratelli Schlegel) è un sentimento diverso da quello che ha assunto in tempi recenti: esso, infatti, è esprimibile come una sorta di “smania del desiderare”, di “infinito desiderio di infinito” destinato ad essere inappagato, una costante frustrazione che pervade anche i personaggi dell'opera tolkieniana. Gli animi di Bilbo e Frodo sono devastati da questo sentimento, che li rende dipendenti dall'Anello e rende loro impossibile separarsene: senza di esso, infatti, essi divengono irascibili e depressi, arrivando quasi a fare del male a persone a loro care pur di riottenerlo. L'Anello diviene in questo modo l'Assoluto romantico (continuo tendere all’infinito), l'entità senza la quale l'uomo non riesce a liberarsi dalle sensazioni di impotenza e oppressione che gravano su di lui. Una volta distrutto l'Anello, Frodo non può più vivere nella Contea ma deve partire per il Reame Beato di Valinor, una sorta di rappresentazione della morte, l'unico modo in cui egli può attenuare il suo dolore. Anche gli Elfi dopo la distruzione del potente oggetto sono costretti a lasciare la Terra di Mezzo, in quanto anche i tre anelli elfici, connessi in qualche modo all'Unico, hanno cessato di funzionare; sono anche loro consumati quindi dalla brama dell'Assoluto romantico. Questo atteggiamento abbandonato, di disinteresse verso la vita è lo stesso che pervade le pagine di una delle grandi opere del romanticismo: le Ultime lettere di Jacopo Ortis del Foscolo; infatti, il protagonista è condotto al suicidio (o, nel caso di Il Signore degli Anelli, alla partenza per Valinor) da una vuotezza interiore che lo corrode dall'interno. La Sehnsucht può essere infine espressa anche come nostalgia verso il passato. Nell'opera vi sono dei personaggi come Aragorn e Boromir che devono sostenere sulle loro spalle il peso delle generazioni precedenti: il primo del suo antenato Isildur, il secondo, in misura minore, del padre Denethor.
Nella letteratura latina, la figura che incarna questo atteggiamento eroico, sino alla suprema affermazione di sé con il suicidio è Catone Uticense. Il suo personaggio è tra i protagonisti del Bellum Civile di Marco Anneo Lucano. In lui l’autore proietta i valori positivi della libertas repubblicana e l’incarnazione del sapiente stoico. Lo spessore morale con cui Lucano costruisce il suo Catone lo rende moralmente superiore agli stessi dei. Un vero martire della libertà, che per non cadere in preda alla dittatura cesariana sceglie la via del suicidio. Infine possiamo la repubblica romana muore insieme a Catone.  

PROGRESSO:
“Le fiamme di Isengard si spargeranno, i boschi di Tucboro e della Terra di Buck bruceranno, e quello che una volta era verde e bello in questo mondo sparirà. Non ci sarà più una Contea, Pipino”.
La bellezza della natura è sempre stato un tema caro all'autore inglese, contrario al suo sfruttamento e quindi all'industria; gli esseri malvagi dei suoi racconti, infatti, sono spesso descritti utilizzando metafore riferibili al mondo delle macchine, come Saruman, il quale "Ha un cervello fatto di metallo e d'ingranaggi". La distruzione da parte sua della foresta di Fangorn spinge Barbalbero e gli Ent a schierarsi contro di lui. Attraverso il riferimento continuo fra industria e guerra come sinonimi, specialmente in relazione alla produzione da parte di Saruman di un esercito di Uruk-hai, Tolkien presenta un'immagine molto negativa dell'industria e del progresso tecnologico. Infatti tale visione del progresso e della tecnologia è assai cupa e misteriosa. Per Tolkien “l’Anello è la macchina perfetta”, incarnazione della tecnologia stessa; uno strumento che l’uomo brama di possedere ed usare, magari a fin di bene. Ma anche se si parte con i migliori propositi, “la Macchina può solo distruggere e corrompere, mai creare o preservare”.
Ad esempio, per Verga, il progresso è visto come una fiumana inarrestabile che travolge tutti senza pietà. Tale progresso va avanti attraverso una selezione naturale che è terribile, e Verga si propone di osservare da vicino lo scorrere del progresso, e quindi ne osserva le vittime, ovvero i deboli che cadono per via, rendendole protagoniste di tutte le sue opere. Quindi Verga tende a sottolineare i risvolti negativi che il progresso causa alla vita dei “vinti”.
Kierkegaard rifiuta la modernità, il progresso che avanza ormai a passo spedito nel corso dell’Ottocento, i processi di massificazione, con la quantità che prevale sulla qualità, con la produzione in serie e l’omologazione che fanno svanire il particolare. Tutto ciò, secondo il filosofo danese, ha portato l’uomo ad essere schiavo del suo tempo e ad aver perso tutte quelle particolarità che lo contraddistinguono. Da ciò si può ben capire come la categoria più importante per Kierkegaard sia il Singolo e non la Massa. Nella categoria di Massa, l’uomo è declassato e non sa più chi è veramente; mentre nella categoria del Singolo, l’uomo è colto nella sua particolarità e nella sua esistenza, insomma nella sua essenza.
SCIENZE: VULCANESIMO
 I VULCANI
“Lontano, ad almeno quaranta miglia di distanza, videro il Monte Fato, la base immersa nella cenere e l'alto cono imponente avvolto dalle nubi. I suoi incendi si erano calmati, ed esso ne covava le ceneri ardenti, minaccioso e pericoloso come una belva addormentata.“
Per vulcanesimo intendiamo: la risalita dall’interno della terra di materiali rocciosi allo stato fuso, mescolati a gas e vapori, tutti ad alte temperatura, che una volta giunti in superficie, si raffreddano rapidamente e si solidificano oppure si disperdono nell’atmosfera.
STRUTTURA DEI VULCANI
“Fumi abbondanti si sprigionavano da essa, mentre quelli che si innalzavano in cielo venivano sospinti verso est, e grandi nubi scivolavano lungo i suoi pendii spargendosi sul piano.”
Edificio vulcanico: 
- Avente un’apertura in superficie quasi cilindrica (cratere);
- Avente delle spaccature che penetrano profondamente nell’interno della terra e che permettono la risalita di materiale fuso.
Condotto vulcanico: mette in comunicazione l’edificio esterno con l’area di alimentazione.
Bacino magmatico: dove ristagna il magma e da dove esso arriva all’esterno e alimenta un eruzione.
LA FORMA DI UN EDIFICIO VULCANICO DIPENDE STRETTAMENTE DAL TIPO DI PRODOTTI ERUTTATI:
"La Montagna si avvicinava sempre di più, e ad un tratto, quando levarono lo sguardo, la videro giganteggiare di fronte a loro: un'immensa massa di cenere, detriti e pietra bruciate, in mezzo alla quale si ergeva un ripido cono."
-           Vulcano strato
Si ha quando, in un vulcano, fasi di effusioni laviche si alternano con periodi di emissioni esplosive di frammenti sminuzzati di lava, che si depositano poi intorno al cratere dando origine alle piroclastiti.
L’edificio che ne risulta assume genericamente la forma di cono, costituito dall’alternanza di strati di lava e di piroclasti.
-           Vulcano a scudo
Si ha quando i vulcani presentano un edificio di forma appiattita (come i vulcani delle Hawaii e Islanda), è dovuta invece alla notevole fluidità delle lave eruttate, in grado di scorrere per molti chilometri in larghe colate, prima di consolidarsi.
Gli episodi esplosivi sono assenti.
I VULCANI SI CLASSIFICANO ANCHE IN BASE AL TIPO DI ERUZIONE:
“Finalmente si udì un rombo che crebbe sino a divenire un boato ruggente; la terra tremò, la pianura si sollevò scricchiolando e l’Orodruin oscillò, la sua cima spaccata vomitò fiumi di fuoco.”
I fattori che più direttamente influenzano il tipo di attività vulcanica sono:
-           viscosità del magma in risalita;
-           il contenuto in aeriformi.
Attività effusiva dominante:
-           Eruzione di tipo Hawaiano
-           Eruzione di tipo Islandese
Attività effusiva prevalente:
-           Eruzione di tipo Stromboliano
Attività mista (effusiva ed esplosiva):
-           Eruzione di tipo vulcaniano
-           Eruzione di tipo pliniano

-           Eruzione di tipo peleano

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