domenica 30 giugno 2013

CHIUSI I CANCELLI DELLA PISTA CICLABILE DEL FUSARO

Stasera i cancelli della pista ciclabile del Fusaro, quelli riaperti dal popolo, sono stati chiusi al pubblico. Dalle 21:30 alle 00:00 i cittadini sono impossibilitati ad accedere al percorso ciclo-pedonale. I due unici varchi agibili per l'accesso (quello da p.zza Rossini e l'altro dalla villa Vanvitelliana) sono occupati da due blocchi. Nel parco è presente la cassa dell'Ente Teatro Miseno (la cui meritoria azione per la diffusione di arte e cultura non è messa in discussione) che permette l'entrata in pista solo dietro il pagamento di un biglietto (pari a 10 euro). Cifra utile, così come annunciato dalla scaletta degli eventi estivi dell'associazione, per assistere allo spettacolo teatrale della rassegna.In piazza, invece, poche persone (la cui meritoria azione per la riapertura della pista non è messa in discussione), hanno chiuso i cancelli. Quelli riaperti un mese fa dalla spinta popolare. Alla base dell'interdizione vi sarebbe, così come detto presso ciò che resta del presidio cittadino, un accordo con l'ETM. Patto non noto e non condiviso con tutti coloro, dai singoli ai gruppi civici, che quotidianamente hanno dato il proprio contributo per la riapertura della pista del Fusaro. Molti dei quali, all'oscuro di tutto, sono stati informati dell'accordo al momento della chiusura. Un fatto gravissimo ed intollerabile. La cultura e l'aggregazione popolare non possono essere messi in contrapposizione. L'una non esclude l'altra. Possono e devono convivere. Chi ha deciso la chiusura di un bene pubblico, riconquistato dal popolo per il popolo? Chi si arroga il diritto di vietare l'acceso alla pista del popolo? Quale democratica assemblea sta decidendo le sorti di questo meraviglioso patrimonio. Chi sta gestendo la pista senza consultare tutti coloro che hanno riaperto i cancelli? La pista è stata conquistata da tutti. Non da pochi. E' un patrimonio collettivo.Gli unici padroni sono i cittadini. Intesi come comunità, senza deleghe. Nessun altro."Araprimm sti canciell", è un monito che deve valere anche stasera. Per sempre.
Josi Gerardo Della Ragione, giornalista Freebacoli libera informazione

DANCE IN MOTION!

«La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile»

Questa la suggestiva definizione di Carla Fracci, senza alcun dubbio una delle ballerine italiane più conosciute al mondo. La grande danza approda anche sulla nostra isola. A partire dal 1° e fino al 7 luglio, infatti, presso la Compagnia della Danza di Forio della maestra Barbara Castagliuolo, si svolgeranno degli stage: classico, passo a due, laboratorio di modern, modern contemporary, musical, hip-hop e video dance. I corsi verranno tenuti da artisti di calibro internazionale. Ugo Ranieri, dal 1987 primo ballerino della compagnia di balletto del Teatro San Carlo, il belga Guy De Bock, allievo del grande Rudolf Nureyev, e Fabrizio Paganini, direttore del Centro Studi Danza Paganini, cureranno i corsi di classico e passo a due. Emma Cianchi, docente di tecnica contemporanea e composizione coreografica, e Guy De Bock, invece, si occuperanno del laboratorio di modern e di modern contemporary. La sezione riguardante il musical verrà seguita dal maestro Paganini, mentre i corsi di hip hop e video dance vedranno la supervisione di Vittorio Migliaccio. L’evento terminerà con il Gran Galà del 7 luglio nel suggestivo scenario della Villa “La Colombaia”. F.C.

«BISOGNA CREARE LAVORO»

In seguito alle parole di Marco Venturi, incontriamo Francesco Pezzullo, presidente della Confesercenti Isola d’Ischia, che era presente all’assemblea nazionale accompagnato da una delegazione, formata dal direttore isolano Claudio Cigliano, dal delegato cittadino per il comune di Forio Mariarosaria D’Abundo, dal presidente FIBA Giuseppe La Franca e dal presidente dell’ANVA Luigi Monti. Pezzullo dichiara che, nel corso dell’assemblea elettiva nazionale, la delegazione ha potuto discutere sulle problematiche relative alla piccola e media impresa con il presidente nazionale Marco Venturi, riconfermato alla presidenza nazionale della Confesercenti.


Presidente, qual è l’attuale situazione della piccola e media impresa isolana?
«Oggi ormai sulla micro impresa e sulla crisi si sono spesi fiumi d’inchiostro. Adesso bisogna trovare la strada e non le scuse. È necessario rimboccarsi le maniche, essere uniti e lavorare tutti insieme per la rinascita della nostra isola».

In che modo, secondo lei, è possibile risollevare l’economia della nostra isola?
«Attraverso una seria e capillare programmazione turistica di tutti i comuni, uniti per il bene di tutta la collettività. Bisogna destagionalizzare per sfruttare al meglio le nostre risorse: mare, terme, enogastronomia e cultura. Intervenire sui trasporti marittimi e terrestri, in modo tale da renderli efficienti e meglio fruibili da cittadini e turisti. Aprire una finestra sulla costa laziale, intensificando i rapporti commerciali. Sarebbe possibile, inoltre, creare collegamenti tra Ischia e Torregaveta».

Quali idee, invece, per aiutare più nel concreto la PMI?
«Anzitutto, per aiutare concretamente la piccola e media impresa, è necessario permettere un più celere ed agevole accesso al credito. Infatti, con delle piccole somme (dai 10.000 ai 30.000 euro), sarebbe possibile salvare tantissime aziende, che invece oggi sono costrette a chiudere perché le banche concedono un “ombrello” fiscale durante la stagione estiva, per poi togliertelo all’inizio dell’inverno».

Nel corso del seminario Ischia job & opportunity, tenutosi lo scorso 10 giugno presso il Centro Congressi di Forio, si è parlato anche della grave piaga della disoccupazione femminile e giovanile: quali soluzioni possibili?
«Bisogna favorire l’interscambio informativo riservato alle imprese del commercio, dei servizi, del turismo e dell’artigianato, anche mediante incentivi concessi dai soggetti istituzionali per le assunzioni di personale dipendente e/o collaboratore. Fornire servizi di affiancamento e supporto alle imprese mediante una piattaforma di consulenza ed assistenza. Tutelare le imprese per la selezione di stagisti e tirocinanti mediante processi virtuosi anche in affiancamento formativo. Per qualsiasi informazione relativa a queste opportunità, è possibile rivolgersi alla sede Confesercenti Isola d’Ischia».

Quindi la Confesercenti si sta impegnando per tutelare le imprese isolane?
«Oggi le associazioni hanno il dovere di dare speranze alle PMI. Siamo l’anello di congiunzione tra le imprese, le Istituzioni e le banche, anche perché oggi il sistema creditizio è molto “abbottonato”, quindi le associazioni di categoria, con le proprie organizzazioni creditizie (Confidi), rappresentano un’opportunità importante per colmare il gap del rating, che è l’ostacolo più grande per le piccole e medie imprese  per l’ottenimento del credito».

In che modo intendete risolvere alla radice il sempre più diffuso problema degli ambulanti abusivi sul nostro territorio?
«Proprio in questi giorni abbiamo messo a protocollo una nota, inviata ai sei comuni e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine, evidenziando che, con l’approssimarsi delle stagione estiva, è già ripreso sul territorio isolano il commercio ambulante abusivo. Tale fenomeno, com’è noto, è per vari motivi dannoso per l’economia dell’isola d’Ischia e per la fiscalità generale ed è contro ogni normativa amministrativa, fiscale ed igienico-sanitaria. Esso lede gravemente l’immagine dell’isola stessa agli occhi dei turisti e dei cittadini, creando un’illecita concorrenza agli operatori economici del territorio, che quotidianamente restano aperti in un periodo di crisi molto profonda».

Ecco i numeri che la Confesercenti ha raccolto in merito alle ingenti somme di denaro che, a causa del commercio abusivo, fuoriescono dall’isola.
100 (ambulanti) x € 200 (al giorno pro capite) = € 20.000
€ 20.000 x 30 (giorni) = € 600.000 (al mese)
€ 600.000 x 5 (mesi) = € 3.000.000 ca. portati via dal nostro territorio, senza pagare alcuna tassa.

È da precisare che la Confesercenti non è contro tutti, anzi essa più volte ha proposto l’individuazione di un luogo dove poter svolgere un mercatino etnico, per dare la possibilità a chi sta in regola di portare a casa il pane quotidiano. F.C. 

L’ITALIA PARLA IMPRESA

Durante l’assemblea elettiva della Confesercenti, tenutasi presso l’Auditorium della Musica di Roma il 19 giugno scorso, il presidente Marco Venturi, nella sua breve relazione, ha evidenziato le problematiche che hanno attanagliato le piccole e medie imprese nell’arco dell’ultimo quinquennio. «La pressione fiscale è sensibilmente aumentata, anche e soprattutto per le imprese. Il credito si è ridotto drasticamente nelle quantità ed è aumentato sensibilmente nei costi. Il Governo deve sostenere la ricapitalizzazione dei Confidi in modo da rendere più fluido e più consistente il finanziamento delle imprese. Il lavoro è diventato meno flessibile e la burocrazia, anche dopo la spending review, è rimasta la solita macchina “trita-imprese”». Venturi prosegue il suo intervento asserendo che l’economia illegale – che rappresenta l’11% del PIL, ovvero 174 miliardi – elude le tasse, facendo concorrenza sleale a quelle aziende che, invece, operano secondo le vigenti normative. Tutti questi fattori hanno ovviamente determinato, tra il 2008 e il 2013, la chiusura di circa 224.000 aziende. Per dare un’idea di quanto la situazione stia peggiorando, basti pensare che ogni giorno, nel nostro Paese, chiudono in media 5 negozi ortofrutticoli, 4 macellerie, 42 dell’abbigliamento, 43 ristoranti e 40 pubblici esercizi. Ad aggravare ulteriormente questo quadro sono anche il reddito degli italiani (che registra un calo di ben 238 miliardi) e il debito pubblico, per non parlare poi dell’aleatoria riforma del sistema pensionistico e della grave piaga della disoccupazione giovanile e femminile. Marco Venturi si augura anche che
«il nuovo Governo possa garantire, accanto alla necessaria stabilità politica, sviluppo economico, tenuta delle imprese, crescita dell’occupazione e riforme istituzionali. Abbiamo bisogno – aggiunge – di una vera riforma che riduca la pressione fiscale e valorizzi le imprese e il lavoro rispetto alle rendite ed ai patrimoni». Nel frattempo la Corte dei Conti avverte che il tasso di corruzione in Italia è drammaticamente aumentato: su 800 miliardi di spesa pubblica ne vengono sottratti 60. «Senza adeguati finanziamenti  alle piccole e medie imprese– prosegue il presidente della Confesercenti – si fermano gli investimenti e l’occupazione, aprendo la porta all’usura (…). Senza legalità (…) il nostro Mezzogiorno rimane sotto ricatto e l’intero Paese ne è condizionato». Il presidente Venturi, inoltre, avanza cinque proposte utili a risollevare le sorti di tutti quegli imprenditori che, a causa della grave recessione economica patita nel corso dell’ultimo lustro, hanno dovuto chiudere le proprie attività: il pagamento, da parte dello Stato, dei debiti contratti con le imprese; la riduzione delle sanzioni per ritardato pagamento di tributi regolarmente dichiarati; il contenimento di mora, interessi ed agio relativi al debito fiscale; lo stop al pignoramento della prima casa ed impignorabilità dell’immobile in cui opera l’impresa; prima la contestazione della legittimità dell’imposta, poi il pagamento della stessa. Il presidente Venturi, infine, ribadisce il suo duro no alla TARES e all’aumento dell’IVA, alle liberalizzazioni che distruggono le imprese e i nuclei urbani e alle sproporzionate sanzioni di Equitalia a carico di chi non dichiara o non può pagare. Esprime, invece, il suo favore riguardo alla detassazione e alla defiscalizzazione per la nuova occupazione per tre anni e alle nuove risorse ai Confidi e mini bond alle imprese con tutoraggio delle associazioni. «Coinvolgeremo le istituzioni a tutti i livelli, nazionali e territoriali. Ovviamente non ci limiteremo a proporre ed intorno a questi temi metteremo in modo l’intera Confederazione, le categorie ed il territorio. Ognuno farà la sua parte». Francesco Castaldi

venerdì 21 giugno 2013

NICOLELLA SI CANDIDA VICESINDACO

(da "Corriere dell'Isola", anno XVII, n° 24, 20-26 Giugno 2013)

PROCIDA, STOP ALLE RUSPE

Sentenza storica quella che è stata pronunciata dalla Corte Suprema di Cassazione nei giorni scorsi. Una decisione che sconfessa completamente quanto stabilito dalla Corte di Appello di Napoli che, di concerto con la Procura Generale, stava avviando tutte le procedure per rendere esecutiva la demolizione di una parte di un’abitazione procidana, la cui costruzione era stata precedentemente sanata attraverso l’ applicazione dell’art. 9. La decisione delle toghe capitoline è giunto in seguito al ricorso «manifestamente meritevole di accoglimento» presentato dal noto avvocato cassazionista ischitano Bruno Molinaro. Ecco, in estrema sintesi, le motivazioni della sentenza «La stessa ordinanza impugnata rileva che la ricorrente ha ottenuto una concessione edilizia in sanatoria basata sull’applicazione della legge regionale n. 10/2004, che all’articolo 9 stabilisce che i procedimenti in sanatoria derogano alle previsioni dell’articolo 32 legge 47/1985 (…). Non si tratta, quindi, di ipotesi di condono riconducibile all’articolo 32 legge 326/2003 (…). Quanto poi alla mancanza di parere paesaggistico, la giurisprudenza di questa Suprema Corte (…) ha chiarito che il divieto di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria (…) non è applicabile alle ipotesi in cui la sanatoria è prevista dalla normativa in tema di condono edilizio (…)». Nella serata di venerdì 14 giugno siamo riusciti a metterci in contatto telefonico con  Bruno Molinaro per meglio conoscere i dettagli di una sentenza davvero molto rilevante, non fosse altro per il delicato tema che essa va a disciplinare. L’avvocato Molinaro, che non nasconde affatto la propria soddisfazione per questa storica pronuncia della Suprema Corte, dichiara
«La Cassazione ha ritenuto opportuno annullare la demolizione di un’opera per la quale era stata rilasciata la concessione senza il parere paesaggistico, rispettando la procedura semplificata, di cui all’art. 9 della legge regionale n° 10/2004. La Corte da un lato ha annullato la demolizione poiché la concessione era stata rilasciata ed anche perché in Campania questa è una norma non sindacabile sotto alcun profilo, dall’altro ha bacchettato  la Corte di Appello di Napoli che aveva dichiarato che bisognava demolire quella costruzione. La Cassazione ha quindi annullato la demolizione, ordinando di rifare il processo davanti ad un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli. Dalla motivazione emerge che la concessione, sia pure rilasciata con procedura semplificata, è intangibile perché regolarizza il bene, impedendone la demolizione». Molinaro aggiunge che sulla questione erano già intervenute altre pronunce della sezione distaccata del Tribunale di Napoli e che la sentenza, pronunciata dalla III sezione penale della Corte, pone fine ad ogni ulteriore polemica. L’avvocato esprime le sue considerazioni anche in merito alle critiche scaturite dopo la presentazione del ddl grillino «La proposta degli attivisti del Movimento 5 Stelle non è affatto un condono “mascherato”. Questa proposta di legge, così come è stata articolata, non estingue il reato penale, né incide in alcun modo sul reato edilizio, bensì esclusivamente sulla situazione amministrativa della demolizione. Questa è una differenza fondamentale rispetto al condono tipico, che prevede anche l’estinzione del reato: una volta pagata l’oblazione, infatti, il reato decade. La legge targata M5S, invece, non fa venir meno il reato, poiché una volta che il soggetto è stato condannato rimane tale. La legge che abbiamo proposto alla commissione della Camera dei Deputati  intende venire incontro al cittadino che, avendo fatto ammenda dei propri errori, effettui un “ravvedimento operoso”, presentando il progetto di un’opera che potrà essere eseguita in piena conformità con quanto è previsto dalle vigenti normative in materia di tutela ambientale». Francesco Castaldi

VIETTI «FAVORIRE SANZIONI ALTERNATIVE A DETENZIONE»

Venerdì 14 e sabato 15 giugno, presso la sala congressi dell’albergo “Regina Isabella” di Lacco  Ameno, si è svolto un importante convegno, avente ad oggetto “Crisi ed insolvenza delle società private e pubbliche”. L’evento, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli e di Palermo con il patrocinio del Comune di Lacco Ameno ed in collaborazione con la Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, ha visto la presenza dell’avv. Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Vietti, durante i lavori, ha presentato il suo nuovo volume “Facciamo Giustizia”, affiancato dal giornalista e vicedirettore del TG1 Gennaro Sangiuliano. Nel corso del suo intervento, Vietti ha evidenziato la necessità di «favorire un forte investimento nelle modalità di soluzione delle controversie alternative alla via giudiziaria» per quanto attiene il settore civile. Al tempo stesso è indispensabile comminare, in ambito penale, delle «sanzioni alternative alla detenzione» evitando, in questo modo, l’ostruzione del sistema. Il vicepresidente del CSM ha poi dichiarato all’Ansa, in merito alle demolizioni delle case abusive in seguito a sentenze penali passate in giudicato, che «Il nostro è un sistema per cui, per arrivare ad una sentenza penale passata in giudicato, ci vuole un tale sforzo e un tale tempo per cui credo che nessuno possa più chiedere tempi supplementari»
I lavori mattutini sono stati preceduti dai saluti di Carmine Monti, sindaco di Lacco Ameno, dal presidente dell’Assoforense Ischia, Gian Paolo Buono, e dal dott. Antonio Tuccillo, segretario ODCEC. Ed e proprio quest’ultimo a riassumere in poche battute le finalità del convegno «Abbiamo scelto quest’argomento perché riteniamo che il tempo della grande industrializzazione sia finito. Oggi l’impresa familiare, zoccolo duro dell’economia italiana, deve essere coltivata e supportata. Gli accordi di ristrutturazione, messi a disposizione dal legislatore, possono essere uno strumento per uscire dalla crisi, e andrebbero sfruttati nel migliore dei modi». Molto spazio è stato inoltre dedicato alla problematica della sezione distaccata di Ischia. L’avv. Gian Paolo Buono, a margine dell’evento, ha infatti dichiarato alla stampa «(…) siamo riusciti ad ottenere un incontro con il vicepresidente Vietti al quale sarà presente anche il Presidente del Tribunale. Speriamo di ottenere delle risposte positive». Francesco Castaldi

lunedì 17 giugno 2013

TOLKIEN E IL SIGNORE DEGLI ANELLI

di Giovanni Lamonaca

«Iniziai con il linguaggio e mi ritrovai ad inventare leggende dello stesso sapore».

John Ronald Reuel Tolkien è senza dubbio uno dei più celebri autori del ‘900, famoso soprattutto per le sue opere: Il Signore Degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, riconosciute come pietre miliari del genere fantasy. Ma il grande merito dell’autore britannico è quello di aver creato un Universo immaginario, popolato da creature e luoghi fantastici, così come linguaggi e scritture, una vera e propria mitopoiesi e in questo mondo egli inserisce le sue storie, le avventure dei suoi personaggi. Tolkien sente il bisogno di creare un mito alla maniera greca per la sua Inghilterra, giacché gli inglesi non hanno mai avuto una tradizione mitica. Il Signore degli Anelli, può essere visto come un'esplorazione, da parte di Tolkien, dei suoi interessi per la filologia, le fiabe e la mitologia, sia norrena che celtica. Tolkien infatti riempì in maniera incredibile la sua opera di dettagli e particolari: creò una vera e propria mitologia per la sua Terra di Mezzo, con tanto di genealogie dei personaggi, linguaggi dei vari popoli, tradizioni, calendari e storie; dettagli che vanno spesso al di là della narrazione dei vari libri, che sono quindi, apparentemente, fini a sé stessi. Scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico fu professore all’Università di Oxford.
LIFE:  J.R.R. Tolkien
John Ronald Reul Tolkien was born in Bloemfontein, South Africa, January 3, 1892, to English parents native of Birmingham. When his father died, in 1896, the family moved to England, to Sarehole, near Birmingham. On the death of his mother, from whom he inherited the love for Tolkien's languages and ancient legends, he was educated by a Catholic priest of the Oratory, P. Francis Xavier Morgan. In 1915 he obtained a Bachelor of Arts degree from the 'Exeter College, Oxford. He returned to Oxford after fighting in World War I, he became Master of Arts in 1919, and collaborated Oxford Dictionary English. He was a teacher of Anglo-Saxon language and literature from 1925 to 1945, and then to English language and literature until his retirement from teaching. He died in Bournemouth September 2, 1973. His most important works are: The Silmarillion, The Hobbit and his masterpiece The Lord Of The Rings.
THE HOBBIT:
Gandalf and the 13 dwarves,  captained by Thorin, arrive at Bilbo's house. The purpose of this adventure is to regain the treasury of the Dwarves stolen by the dragon Smaug , which is located in Erebor, the Lonely Mountain ancient kingdom of the dwarves . The Fellowship starts of the adventure. The Fellowship enters into the Lone-lands.  Bilbo and the Dwarves are kidnapped by three trolls, but Gandalf saves them. The Fellowship comes to the house of King Elrond, where they are housed. The adventurers climb mountains but are captured by orcs. They  can to escape but in the escape Bilbo is lost. Bilbo finds the ring and makes a race riddles against Gollum, This ring has the power to become invisible. Bilbo finds other companions and the fellowship restarts. The Fellowship is attacked by werewolves and then by orcs,  but is saved by eagles. The eagles bring the fellowship at the house of Beorn, a man who can transform into a bear. Beorn offers to fellowship supplies and ponies.  The Fellowship leaves the house of Beorn and reaches the edge of Mirkwood,  where Gandalf separates from the group to another commitment.  In the forest the dwarves are captured by spiders, but Bilbo with the help of the ring is able to save them. Then the dwarves are captured by the sylvan elves and taken to the king of the elves who puts them in prison, Bilbo thanks to its ring is not captured and tries to help his fellows. After a few days, Bilbo manages to find all the cells and the hobbit began to devise a plan to escape. During a big party, Bilbo free friends and packs them into the barrels, these barrels are transported by the river, and so the dwarves and the hobbit reach the city of Men, called Laketown, here are welcomed joyfully.   After fifteen days the dwarfs resume their journey along the River Flowing and through the Desolation of the Dragon, to arrive at the foot of the Lonely Mountain, where there is treasure. Bilbo can not find the secret door with the key of Thorin to open it. The Hobbit is the first to explore the dragon's lair.  The dragon awakens and his anger blocks the Fellowship the within the Mountain. Then is the long conversation between Bilbo and the dragon. Smaug goes to the city of Lake. Bilbo recovers from the treasury of the Arkenstone, a precious stone of the grandfather of Thorin, but hides the rest of the Fellowship. The Fellowship comes out of the Mountain. Smaug attacks Laketown, but Bard manages to kill the huge beast. The elves come to help the Men of the Lake. Then together set off for the mountain to get their share of the treasure. The dwarves meet the imperial crows, and so come to know about what is going on and are locked away in the Mountain to defend the treasure. So begins the siege of the Mountain. Thorin is immovable and does not want to surrender to the requests of men and elves. Bilbo escapes and delivers the Arkenstone to Bard order to better deal with Thorin, then back among the dwarves. Thorin, when he finds out what happened, Bilbo move away. He still does not want to share the treasure and expects help from the dwarves of Dain. Here come the dwarves of Dain against elves and men. The battle is locked in the bud by Gandalf, because even orcs and werewolves want the treasure and are ready to fight. Start the Battle of Five Armies: dwarves, men and elves against orcs and werewolves. The intervention of Thorin is able to give a little 'breathing the deployment friend, but the orcs are many. They arrive on the battlefield large eagles and the situation changes the situation. Bilbo loses consciousness for a stone. Arrives Beorn who kills the leader of the orcs Bolg and the forces of good win victory. Bilbo awakens and is conducted to the camp. Thorin dies from injuries, but before dying makes peace with Bilbo. It is told as Bilbo ended the battle, including the arrival of Beorn. The treasure is divided among the winners: Dain becomes the new King of the Mountain, Bard becomes the king of Laketown and Thorin was buried together all'Archepietra. Bilbo returns home with his share of the treasure,  where stands the mithril coat given to him by Thorin, before the latter died.
LA GRANDE GUERRA
Un evento che segnò profondamente Tolkien fu la prima guerra mondiale. Arruolatosi come volontario nell’esercito inglese prese parte alla prima guerra mondiale combattendo la sanguinosa battaglia lungo le sponde della Somme, fiume situato nella Piccardia  (Nord-ovest della Francia). La morte di centinaia di migliaia di uomini servì solo a far guadagnare un fazzoletto di terra all’esercito dell’Intesa.
La prima guerra mondiale (19 14- 18) fu il risultato delle tensioni tra le potenze europee. La Germania voleva imporsi come Paese guida del continente, ma era contrastata dall'Inghilterra e dalla Francia. L'impero austro-ungarico e quello russo vedevano invece minacciata la loro integrità dalle richieste di indipendenza dei popoli sottomessi. La scintilla del conflitto fu l'assassinio di Francesco Ferdinando, erede alla corona asburgica. L'Austria-Ungheria ne ritenne responsabile la Serbia e le dichiarò guerra. Il meccanismo delle alleanze portò in breve alla nascita di due schieramenti: da un lato la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia e Russia), dall'altro Germania e Austria-Ungheria. L'Italia si mantenne all'inizio neutrale. La Germania attaccò la Francia nell'agosto 1914. Tedeschi penetrarono nel territorio nemico ma furono sconfitti nella battaglia del fiume Marna. La guerra di movimento divenne così guerra di posizione, combattuta nelle trincee. Nel maggio del 1915, dopo lunghi contrasti interni, l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa. Nel 19 17 si verificarono due fatti di importanza decisiva: la firma dell'armistizio tra Germania e Russia (sconvolta dalla Rivoluzione bolscevica) e 'ingresso in guerra degli Stati Uniti contro la Germania. Nel 1918 le forze dell'Intesa si imposero definitivamente sul fronte occidentale, mentre le truppe italiane vincevano gli austriaci a Vittorio Veneto. La guerra era terminata, lasciando dietro di sé milioni di vittime. La conferenza di Parigi (1919) impose condizioni molto dure alla Germania (dove era nata una repubblica) in termini di riduzioni territoriali e risarcimenti in denaro. Piccole repubbliche divennero l'Austria e l'Ungheria, mentre la Polonia ottenne l’indipendenza. Nel 1923 anche la Turchia divenne una repubblica. L'Italia acquisì il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia, Trieste, l'Istria e la città di Fiume. La Jugoslavia divenne un regno di territori non omogenei. Dall'unione di Boemia, Moravia e Slovacchia nacque infine la Cecoslovacchia. Nel 1920 fu istituita la Società delle Nazioni, col proposito di garantire la pace nel mondo, sostenendo la via diplomatica per risolvere i conflitti. I risultati furono però deludenti. La crisi economica in Europa, aggravata dal problema dei debiti e dei danni di guerra, favorì lo sviluppo di Stati Uniti e Giappone.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI: ANALISI DELL’OPERA
BREVE TRAMA: Il fulcro centrale di questo romanzo è la storia che gira intorno a un Anello, detto l’Unico. Questo anello deve essere distrutto per porre fine al dominio di Sauron sulla Terra di Mezzo. Per questo motivo il giovane hobbit Frodo Baggins si fa carico di questo anello e aiutato da una compagnia rappresentata dalla genti libere parte per il Monte Fato, unico luogo dove l’anello può essere distrutto. Dopo una serie di peripezie Frodo riesce a distruggere l’anello e a liberare il mondo dal male.
ANALIZZANDO L’OPERA SI POSSONO RISCONTRARE NUMEROSE TEMATICHE CHE SEGNANO IL ROMANZO IN MANIERA INDELEBILE:
LA PIETA’:  “Il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla”.
All’inizio de “Il Signore degli Anelli” Gandalf interviene su questo tema parlando con Frodo che chiede perché Bilbo non abbia dato la morte a quella vile ed ignobile creatura quando ne aveva avuta l’occasione. Le parole di Mithrandir sono decise ed invitano lo hobbit a delle considerazioni meno superficiali e distintive:
Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca…a guarire prima di morire. Ma c’è una possibilità…Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l’aspetta un’ultima parte da recitare…e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo”.
In questo passo del romanzo, Gandalf dà un giudizio preciso sulla questione: l’uomo non è padrone della vita, perché questa è un dono e allora non può essere padrone neanche della morte. L’uomo (o hobbit che sia) è chiamato alla pietà, alla misericordia e ad evitare la violenza, quando questo è possibile. Lo stregone è certo, nella sua saggezza, che la pietà porti a conseguenze positive non solo sul futuro svolgimento dei fatti, ma anche sulla persona che compie tale gesto. Sempre parlando a Frodo, riguardo a Bilbo, spiega:
Fu la pietà a fermargli la mano. Pietà e misericordia: egli non volle colpire senza necessità. E fu ben ricompensato di questo suo gesto…Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal Male, riuscendo infine a scappare e a trarsi in salvo è proprio perché all’inizio del suo possesso dell’Anello vi è stato un atto di pietà”.
Le parole di Gandalf vengono concretizzate alla fine dell’opera quando Gollum pone fine all’incertezza di Frodo, precipitando col suo tesoro nella lava del Monte Fato. Da questo brevissimo saggio emerge come la pietà, nel Signore degli anelli, sia un sentimento che appare di debolezza, mentre si rivela sempre poi essere un simbolo di forza e di vittoria. La pietà che non ci fa diventare schiavi della violenza e del rancore.
Anche in Leopardi troviamo il tema della pietà. Pietà che è il vero significato poetico del suo pessimismo cosmico. Essa viene colta dall’autore nel suo valore universale e quindi come pietà non solo per se ma anche per gli altri. La pietà di Leopardi è attiva, vuole consolare e rendere consapevoli del destino che la Natura ha attribuito agli uomini. Per questo motivo nell’ultima parte della sua produzione, con la Ginestra, Leopardi ci parla di pessimismo eroico, ovvero di quella consapevolezza, acquistata tramite la pietà e la compassione, che il proprio destino è uguale a quello di tutti gli uomini che porta all’unione dell’umanità per l’inutile lotta contro la Natura.
L’UMILTA’:
“Non lo so... Saruman ritiene che soltanto un grande potere riesca a tenere il male sotto scacco. Ma non è ciò che ho scoperto io. Ho scoperto che sono le piccole cose... le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l'oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore.”
Tolkien afferma, in una delle sue lettere, che “la mia storia è stata uno studio sulla nobilitazione o santificazione degli umili”. Gandalf, nel consiglio di Elrond, afferma che solo chi si fa umile può vincere. Dove falliscono i grandi, riescono i piccoli perché sia ancora più evidente che è la grazia divina ad operare. Gli umili sono i veri vincitori, non solo il piccolo ed umile popolo Hobbit, ma anche i più umili di esso, come Sam.
Anche Manzoni decide di parlare, nel suo romanzo, dei “fantasmi della storia”, cioè di coloro di cui non si parla mai: gli umili. Essi non sono più protagonisti delle tradizionali vicende comiche o grottesche, ma nella narrazione della loro storia c’è la serietà tragica della vita. La loro unica speranza è la fede, perché Dio, attraverso la Provvidenza, li premierà durante la vita per i dolori a cui sono stati sottoposti.
PROVVIDENZA:
“Dietro a questo incidente vi era un’altra forza in gioco, che il creatore dell’Anello non avrebbe mai sospettata. E’ difficile da spiegarsi, e non saprei essere più chiaro ed esplicito: Bilbo era destinato a trovare l’Anello, e non il suo creatore. In questo caso, anche tu eri destinato ad averlo, il che può essere un pensiero incoraggiante”.
Il Signore degli Anelli è permeato dalla fede cattolica. Tolkien fa si che le azioni di tutti i personaggi, buoni e cattivi, siano spinte da una Mano superiore, che non nomina mai. I suoi personaggi, seppur convinti di agire liberamente e per loro volontà, sono strumenti di un piano superiore. E’ la Grazia, o Necessità, che fa si che i protagonisti compiano la loro missione.
Per Manzoni gli uomini non hanno alcuna possibilità di dirigere autonomamente la propria vicenda terrena e di modificare con le loro forze il loro destino. Arbitro assoluto della vita umana e unico conoscitore del bene e del male è Dio. Dio interviene nella vita umana attraverso la sua imperscrutabile “provvidenza”, in modi e tempi incomprensibili alla ragione umana. Questo tuttavia non comporta una rinuncia al libero arbitrio o alla passività di fronte alla storia: la Provvidenza offre a chiunque l’occasione di agire moralmente e di realizzare un ideale di vita cristiana.
Dante non comprende come possa succedere che da un padre liberale discenda un figlio avaro, e Carlo spiega che ciò dipende dall’intervento della Provvidenza divina, che tende a differenziare le attitudini degli uomini affinché questi possano soddisfare i molteplici compiti della vita sociale. A questo fine, i cieli esercitano il proprio influsso sugli uomini al momento della nascita, senza tener conto dell’indole dei padri. Carlo afferma poi che l’indole naturale provoca risultati negativi se non è assecondata da condizioni favorevoli; e purtroppo, sulla terra, gli uomini dimostrano di essere usciti fuori dalla retta via, poiché costringono al sacerdozio coloro che sono nati per la guerra e fanno re chi è invece incline a predicare.
Persino nell’arte ritroviamo il tema della Provvidenza, come aiuto provvidenziale del Creatore, che salva l’umanità dal naufragio e più precisamente lo ritroviamo nel famoso dipinto del pittore romantico francese Théodore Géricault (1791 – 1824). Esso è un olio su tela che prende spunto da un fatto di cronaca: il naufragio della nave francese Medusa avvenuto a largo delle coste africane; i naufraghi furono alla deriva per molti giorni su una zattera. Attraverso l’espressione dei naufraghi, l’artista vuole comunicarci quel senso di speranza, di lotta per la salvezza, di disperazione e di rassegnazione alla morte che era presente nei cuori di tali persone. Gli sguardi dei naufraghi sono tutti rivolti su l’unico uomo che si erge tra loro e che comunica speranza a tutti gli altri. Egli ha avvistato una nave all’ orizzonte, l’Argo, la nave della salvezza, simbolo dell’aiuto divino loro concesso.
NOSTALGIA:
“Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita... come fai ad andare avanti... quando nel tuo cuore cominci a capire... che non si torna indietro... ci sono cose che il tempo non può accomodare... ferite talmente profonde... che lasciano un segno”.
La Nostalgia romantica (Sehnsucht, termine coniato dai fratelli Schlegel) è un sentimento diverso da quello che ha assunto in tempi recenti: esso, infatti, è esprimibile come una sorta di “smania del desiderare”, di “infinito desiderio di infinito” destinato ad essere inappagato, una costante frustrazione che pervade anche i personaggi dell'opera tolkieniana. Gli animi di Bilbo e Frodo sono devastati da questo sentimento, che li rende dipendenti dall'Anello e rende loro impossibile separarsene: senza di esso, infatti, essi divengono irascibili e depressi, arrivando quasi a fare del male a persone a loro care pur di riottenerlo. L'Anello diviene in questo modo l'Assoluto romantico (continuo tendere all’infinito), l'entità senza la quale l'uomo non riesce a liberarsi dalle sensazioni di impotenza e oppressione che gravano su di lui. Una volta distrutto l'Anello, Frodo non può più vivere nella Contea ma deve partire per il Reame Beato di Valinor, una sorta di rappresentazione della morte, l'unico modo in cui egli può attenuare il suo dolore. Anche gli Elfi dopo la distruzione del potente oggetto sono costretti a lasciare la Terra di Mezzo, in quanto anche i tre anelli elfici, connessi in qualche modo all'Unico, hanno cessato di funzionare; sono anche loro consumati quindi dalla brama dell'Assoluto romantico. Questo atteggiamento abbandonato, di disinteresse verso la vita è lo stesso che pervade le pagine di una delle grandi opere del romanticismo: le Ultime lettere di Jacopo Ortis del Foscolo; infatti, il protagonista è condotto al suicidio (o, nel caso di Il Signore degli Anelli, alla partenza per Valinor) da una vuotezza interiore che lo corrode dall'interno. La Sehnsucht può essere infine espressa anche come nostalgia verso il passato. Nell'opera vi sono dei personaggi come Aragorn e Boromir che devono sostenere sulle loro spalle il peso delle generazioni precedenti: il primo del suo antenato Isildur, il secondo, in misura minore, del padre Denethor.
Nella letteratura latina, la figura che incarna questo atteggiamento eroico, sino alla suprema affermazione di sé con il suicidio è Catone Uticense. Il suo personaggio è tra i protagonisti del Bellum Civile di Marco Anneo Lucano. In lui l’autore proietta i valori positivi della libertas repubblicana e l’incarnazione del sapiente stoico. Lo spessore morale con cui Lucano costruisce il suo Catone lo rende moralmente superiore agli stessi dei. Un vero martire della libertà, che per non cadere in preda alla dittatura cesariana sceglie la via del suicidio. Infine possiamo la repubblica romana muore insieme a Catone.  

PROGRESSO:
“Le fiamme di Isengard si spargeranno, i boschi di Tucboro e della Terra di Buck bruceranno, e quello che una volta era verde e bello in questo mondo sparirà. Non ci sarà più una Contea, Pipino”.
La bellezza della natura è sempre stato un tema caro all'autore inglese, contrario al suo sfruttamento e quindi all'industria; gli esseri malvagi dei suoi racconti, infatti, sono spesso descritti utilizzando metafore riferibili al mondo delle macchine, come Saruman, il quale "Ha un cervello fatto di metallo e d'ingranaggi". La distruzione da parte sua della foresta di Fangorn spinge Barbalbero e gli Ent a schierarsi contro di lui. Attraverso il riferimento continuo fra industria e guerra come sinonimi, specialmente in relazione alla produzione da parte di Saruman di un esercito di Uruk-hai, Tolkien presenta un'immagine molto negativa dell'industria e del progresso tecnologico. Infatti tale visione del progresso e della tecnologia è assai cupa e misteriosa. Per Tolkien “l’Anello è la macchina perfetta”, incarnazione della tecnologia stessa; uno strumento che l’uomo brama di possedere ed usare, magari a fin di bene. Ma anche se si parte con i migliori propositi, “la Macchina può solo distruggere e corrompere, mai creare o preservare”.
Ad esempio, per Verga, il progresso è visto come una fiumana inarrestabile che travolge tutti senza pietà. Tale progresso va avanti attraverso una selezione naturale che è terribile, e Verga si propone di osservare da vicino lo scorrere del progresso, e quindi ne osserva le vittime, ovvero i deboli che cadono per via, rendendole protagoniste di tutte le sue opere. Quindi Verga tende a sottolineare i risvolti negativi che il progresso causa alla vita dei “vinti”.
Kierkegaard rifiuta la modernità, il progresso che avanza ormai a passo spedito nel corso dell’Ottocento, i processi di massificazione, con la quantità che prevale sulla qualità, con la produzione in serie e l’omologazione che fanno svanire il particolare. Tutto ciò, secondo il filosofo danese, ha portato l’uomo ad essere schiavo del suo tempo e ad aver perso tutte quelle particolarità che lo contraddistinguono. Da ciò si può ben capire come la categoria più importante per Kierkegaard sia il Singolo e non la Massa. Nella categoria di Massa, l’uomo è declassato e non sa più chi è veramente; mentre nella categoria del Singolo, l’uomo è colto nella sua particolarità e nella sua esistenza, insomma nella sua essenza.
SCIENZE: VULCANESIMO
 I VULCANI
“Lontano, ad almeno quaranta miglia di distanza, videro il Monte Fato, la base immersa nella cenere e l'alto cono imponente avvolto dalle nubi. I suoi incendi si erano calmati, ed esso ne covava le ceneri ardenti, minaccioso e pericoloso come una belva addormentata.“
Per vulcanesimo intendiamo: la risalita dall’interno della terra di materiali rocciosi allo stato fuso, mescolati a gas e vapori, tutti ad alte temperatura, che una volta giunti in superficie, si raffreddano rapidamente e si solidificano oppure si disperdono nell’atmosfera.
STRUTTURA DEI VULCANI
“Fumi abbondanti si sprigionavano da essa, mentre quelli che si innalzavano in cielo venivano sospinti verso est, e grandi nubi scivolavano lungo i suoi pendii spargendosi sul piano.”
Edificio vulcanico: 
- Avente un’apertura in superficie quasi cilindrica (cratere);
- Avente delle spaccature che penetrano profondamente nell’interno della terra e che permettono la risalita di materiale fuso.
Condotto vulcanico: mette in comunicazione l’edificio esterno con l’area di alimentazione.
Bacino magmatico: dove ristagna il magma e da dove esso arriva all’esterno e alimenta un eruzione.
LA FORMA DI UN EDIFICIO VULCANICO DIPENDE STRETTAMENTE DAL TIPO DI PRODOTTI ERUTTATI:
"La Montagna si avvicinava sempre di più, e ad un tratto, quando levarono lo sguardo, la videro giganteggiare di fronte a loro: un'immensa massa di cenere, detriti e pietra bruciate, in mezzo alla quale si ergeva un ripido cono."
-           Vulcano strato
Si ha quando, in un vulcano, fasi di effusioni laviche si alternano con periodi di emissioni esplosive di frammenti sminuzzati di lava, che si depositano poi intorno al cratere dando origine alle piroclastiti.
L’edificio che ne risulta assume genericamente la forma di cono, costituito dall’alternanza di strati di lava e di piroclasti.
-           Vulcano a scudo
Si ha quando i vulcani presentano un edificio di forma appiattita (come i vulcani delle Hawaii e Islanda), è dovuta invece alla notevole fluidità delle lave eruttate, in grado di scorrere per molti chilometri in larghe colate, prima di consolidarsi.
Gli episodi esplosivi sono assenti.
I VULCANI SI CLASSIFICANO ANCHE IN BASE AL TIPO DI ERUZIONE:
“Finalmente si udì un rombo che crebbe sino a divenire un boato ruggente; la terra tremò, la pianura si sollevò scricchiolando e l’Orodruin oscillò, la sua cima spaccata vomitò fiumi di fuoco.”
I fattori che più direttamente influenzano il tipo di attività vulcanica sono:
-           viscosità del magma in risalita;
-           il contenuto in aeriformi.
Attività effusiva dominante:
-           Eruzione di tipo Hawaiano
-           Eruzione di tipo Islandese
Attività effusiva prevalente:
-           Eruzione di tipo Stromboliano
Attività mista (effusiva ed esplosiva):
-           Eruzione di tipo vulcaniano
-           Eruzione di tipo pliniano

-           Eruzione di tipo peleano

venerdì 14 giugno 2013

VETRELLA «SERVIZIO RIMARRÀ PUBBLICO»

Sfiorata la privatizzazione per l’Eav: indetto nuovo bando di gara per l’affidamento

ISCHIA – Riesplode il caso Eav. La società napoletana, il cui fallimento fu dichiarato nello scorso mese di novembre con la sentenza n° 308/2012 emanata dal Tribunale di Napoli, ha rischiato la privatizzazione, con tutte le conseguenze del caso. Ad ottenere il fitto della società avrebbe dovuto essere la Clp, unica azienda (ovviamente privata) che, all’atto dell’apertura delle buste per l’affidamento – avvenuta lo scorso 6 giugno –, aveva avanzato regolare proposta alla Curatela fallimentare dell’Eav s.r.l.. Quest’ultima ha deciso però di non attribuire il fitto alla Clp. Prima di questa decisione, tuttavia, diverse sono state le proposte avanzate per evitare il definitivo default del trasporto pubblico su gomma isolano. In particolare si segnala quella del consigliere ischitano Ciro Ferrandino, il quale ha proposto alla Curatela fallimentare di riaprire i termini di affidamento, in modo tale da consentire ad altre aziende del trasporto pubblico di formulare proposte concrete per il fitto dell’Eav. Il caso ha turbato e non poco le sei municipalità, i cui rappresentanti si sono riuniti nella tarda mattinata di lunedì presso la sala consiliare del Comune di Ischia. Al consiglio straordinario convocato dal presidente Gianluca Trani hanno preso parte anche il neo sindaco di Forio Francesco Del Deo, Giuseppe Zabatta per Casamicciola e Daniele Trofa  per Rosario Caruso. Ai lavori del consiglio ischitano – uno dei più celeri degli ultimi mesi – erano presenti anche alcuni dipendenti della Eavbus, accompagnati dai rappresentanti sindacali Michele Cava e Pasquale Di Iorio. Al termine del consiglio-lampo, i quindici membri del civico consesso presenti hanno deliberato all’unanimità un testo nel quale si inquadra sinteticamente la grave situazione in cui versa il trasporto pubblico sull’isola di Ischia a seguito della procedura fallimentare della EAV Bus srl. Si è disposto, dunque, che «corrisponde all’interesse pubblico, sotto il duplice profilo del mantenimento di un efficiente ed efficace livello di organizzazione del servizio, nonché della salvaguardia dei livelli occupazionali, la gestione da parte di società pubblica del  servizio di trasporto». Pertanto il consiglio presieduto dall’ing. Giuseppe Ferrandino ha richiesto «al Curatore fallimentare della EAV Bus srl nonché al Giudice designato per la procedura fallimentare (…) la  immediata riapertura dei termini per la presentazione di ulteriori offerte per l’affidamento in gestione del complesso aziendale dell’impresa Eav bus s.r.l. al  fine di consentire la partecipazione delle società pubbliche interessate alla gestione del servizio (…)». Al termine dell’incontro, attraverso un comunicato stampa, il consigliere Ciro Ferrandino ha commentato con soddisfazione «Come previsto dal sottoscritto l’atto va contro la privatizzazione dell’azienda e contro la diminuzione dei livelli occupazionali (escludendo anche qualsiasi forma di mobilità). Importante la presenza dei Lavoratori, del Sindaco di Forio Del Deo e dei rappresentanti degli altri comuni». Intanto l’Assessore Regionale ai Trasporti Sergio Vetrella, nel corso  di un vertice tenutosi lo scorso 7 giugno presso gli uffici della Regione, in un documento siglato da tutti i sindacati interni alla Eavbus, «auspica fermamente che l’Eav SRL presenti, da sola o eventualmente anche in A.T.I. con altra Azienda pubblica, una offerta competitiva», oltre a manifestare la propria disponibilità «nel recepire le istanze dei Sindaci (…), assicurando l’adozione di ogni atto (…) per garantire il mantenimento della gestione pubblica del Trasporto». Nel frattempo, poco prima di andare in stampa, apprendiamo che il giudice fallimentare ha prorogato il bando di gara per l’affitto del ramo d’azienda dell’Eavbus, su richiesta del collegio dei curatori. Il bando di gara prevede che, al termine del contratto attualmente in atto con il gruppo Eav (che scadrà il prossimo 30 giugno), sia un altro soggetto a subentrare nella gestione dell’azienda. Speriamo che gli sforzi profusi nell’interesse delle comunità di Ischia e Procida e, più in generale, dell’intera Regione, possano trovare concreto e celere riscontro, e non perdersi nei meandri della sempre più soffocante e farraginosa burocrazia campana. Francesco Castaldi


mercoledì 5 giugno 2013

DELLA SETA E ZUCCONI: UN CONDONO "MASCHERATO"

A pochissime ore dalla presentazione del disegno di legge ideato dal Movimento 5 Stelle di Ischia, che nella redazione del testo si è avvalso della competenza in materia dell’avvocato Bruno Molinaro, subito è deflagrata la polemica sul web. 

Fonti vicine al Movimento asseriscono in un breve comunicato apparso sul sito dell’Huffingtonpost che «Il documento presentato ad Ischia non è riconducibile direttamente al Movimento 5 Stelle». Il testo – si legge sempre nella nota – «non è stato recepito in nessun disegno di legge. L'unica proposta di legge ufficiale del Movimento contro il consumo di suolo va anzi nella direzione opposta»

Sempre sulle colonne della versione italiana dell’ Huffpost, testata online diretta dalla giornalista sarnese Lucia Annunziata, è apparso un articolo che non lascia spazio alle interpretazioni. Nell’incipit si afferma, in maniera britannicamente essenziale, che “Davanti al dramma dell'abusivismo edilizio in Campania, anche il Movimento cinque stelle deve fare i conti con la realpolitik. Non lo chiamano condono, ma il testo del disegno di legge, illustrato oggi ad Ischia nel corso del forum organizzato dal M5s locale su "rivalutazione del patrimonio immobiliare esistente e la risposta 5 stelle all'abusivismo edilizio" è inequivocabile: "Riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico”. Commenti decisamente poco benigni giungono da decine di internauti, tutti coesi nell’affermare che la proposta dei “nostri” grillini e dell’avvocato Molinaro altro non sarebbe che il subdolo tentativo di realizzare un condono “mascherato”. Circostanza, quest’ultima, smentita dallo stesso Molinaro, che parla di un mero «ravvedimento operoso del trasgressore». Opinioni simili sono state espresse dagli attivisti isolani ed anche dall’ on. Angelo Tofalo e dal Vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio, che hanno sottolineato che questa proposta di legge sarà portata in Commissione Ambiente ed eventualmente sottoposta al giudizio delle Camere. Intanto prosegue incessante il dibattito in rete, che vede coinvolti anche politici e giornalisti noti al grande pubblico. In particolare tengono banco le considerazioni – decisamente poco lusinghiere – del senatore del PD ed ex presidente nazionale di Legambiente ( carica ricoperta dal 2003 al 2007) Roberto Della Seta, che sul suo profilo Twitter @robdellaseta scrive «Ecco il #condono edilizio in salsa #5stelle: lo chiamano “ravvedimento operoso” http://t.co/ZxbqoaPQBZ via @HuffPostItalia»

Sulla stessa linea di pensiero si muove anche il giornalista e scrittore bastigliese Vittorio Zucconi che, sempre sul social network creato da Jack Dorsey nel 2006, afferma in maniera pungente «Il condono edilizio del grillini a Ischia si chiama pudicamente “ravvedimento operoso”. Una Cena Elegante 2.0.http://t.co/gEWhZtXyxT»

Indubbiamente il protocollo grillino e il relativo disegno di legge, ad un’analisi più attenta e meditata, presentano alcuni punti che destano non poche perplessità. Non è infatti del tutto chiaro dove e secondo quali modalità s’intende prelevare le risorse indispensabili per attuare le disposizioni di questa legge. Tuttavia è utile sottolineare che il testo promosso dal gruppo 5 stelle locale sarà ovviamente oggetto di una seria e scrupolosa analisi, e che eventualmente sarà modificato in alcune parti per meglio conformarsi al vigente apparato legislativo in materia di abusivismo edilizio. Nel frattempo, piuttosto che cinguettare in maniera polemica, consigliamo al senator Della Seta, membro della Commissione Ambiente,  di leggere con attenzione il testo proposto e di lavorare seriamente alla fattiva risoluzione dell’ impellente piaga della cementificazione del territorio, problematica che da decenni avvelena il nostro paese. Francesco Castaldi

M5S ISCHIA: BASTA AL CEMENTO!

Si è svolto nel corso della giornata di sabato 1° giugno, presso la sala Aragonese dell'Hotel Re Ferdinando di Ischia, un Urban Forum, promosso dal Movimento 5 Stelle Isola d’Ischia, dal titolo “Rivalutazione del patrimonio immobiliare esistente: la risposta 5 stelle all'abusivismo edilizio”. 

L’evento, che ha registrato una scarsa affluenza di cittadini e, soprattutto, di amministratori locali, in barba ai numerosi accrediti ricevuti dall’ufficio stampa del M5S curato da Walter Lutzu, è stato tuttavia impreziosito dalle autorevoli presenze degli on.li Luigi Di Maio e Angelo Tofalo, rispettivamente Vicepresidente della Camera dei Deputati e membro della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, dall’architetto Sandro Petti, da Giovanni D’Angelo, a.d. Fortuny Agua Italia e dal geologo Bartolomeo Garofalo (che, non potendo essere presente all’incontro, ha inviato un videomessaggio). La mattinata è stata contraddistinta dalla presentazione del protocollo (che potete leggere integralmente su www.movimentoischia.it) avanzato dal M5S, che è stato presentato nel corso degli interventi degli attivisti Mario Goffredo, Davide Iacono e Antonello Iacono. 

Il Forum, primo del genere organizzato sulla nostra isola, è stato trasmesso in diretta streaming anche su LaCosa, il web channel del Blog di Beppe Grillo. Successivamente largo spazio è stato riservato alle impressioni e alle domande dei cittadini intervenuti al convegno. Unico amministratore isolano presente fin dal mattino è stato il neo consigliere di minoranza foriano Domenico Savio seguito, nel pomeriggio, dall’altro membro dell’opposizione, il socialista Vito Iacono. Nel corso del primo pomeriggio, dopo un lauto buffet, gli attivisti Goffredo ed Iacono hanno consegnato ai due deputati il disegno di legge in materia di abusivismo edilizio, redatto dal noto avvocato cassazionista ischitano Bruno Molinaro, che nella sua relazione pomeridiana ha enucleato i punti salienti presenti nel testo. Di Maio e Tofalo, all’atto della consegna del disegno di legge (che consta di dodici articoli), hanno lodato l’iniziativa “partita dal basso” dichiarando, inoltre, che ben presto la proposta grillina verrà discussa dalla Commissione VIII (di cui Tofalo fa parte) ed opportunamente privata di eventuali vizi normativi. 

Ma qual è il contenuto della proposta di legge presentata dai grillini? Cerchiamo di fare chiarezza. Secondo l’art. 1, “La presente legge è finalizzata a riabilitare, attraverso il ravvedimento operoso del trasgressore, gli edifici destinati o da destinare ad uso residenziale e realizzati entro il 30 settembre 2004 in assenza di permesso di costruire (…) e senza che sia stata rilasciata autorizzazione paesaggistica (…)”. Proseguendo si legge inoltre che questa legge “è finalizzata all’effettivo contrasto del fenomeno dell’abusivismo edilizio e alla negazione del condono (…), nonché [alla]  tutela [del] paesaggio”. Se il disegno venisse tradotto in legge dello Stato, sarebbe possibile effettuare la “riabilitazione e (…) la revoca delle sanzioni demolitorie e ripristinatorie, amministrative e penali, solo a condizione che sia stata accertata l’esecuzione, da parte del trasgressore (…), di opere di prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico, di bonifica, di messa in sicurezza permanente, nonché interventi di bioedilizia, di potenziamento dell’efficienza energetica e di risparmio delle risorse idriche (…)”. Aspetto davvero innovativo è contenuto nell’art. 11, dove si legge che “le opere abusive non possono formare oggetto di successione ereditaria o di disposizione testamentaria o di legato”. Rilevantissimi risultano essere anche gli artt. 5 e 6. Il primo afferma che, in ottemperanza al decreto n° 256/2010, “Le giovani coppie possono accedere a finanziamenti agevolati per sostenere le spese necessarie alla riabilitazione degli edifici ad uso residenziale”. Nel secondo, invece, si apprende che gli interventi riabilitativi non possono essere effettuati su edifici “superiori alle dimensioni di 130 metri quadrati di superficie utile abitabile, per singola unità immobiliare, esclusi i locali accessori e le pertinenze (…)”. Una proposta, quella presentata dai 5 stelle isolani che, benché possa suscitare qualche legittimo dubbio e non sia affatto la panacea di tutti i mali causati dalla scellerata e progressiva cementificazione del nostro territorio, rappresenta sicuramente un apprezzabile tentativo di cooperazione tra cittadini ed istituzioni. Francesco Castaldi